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ECONOMIA

"Una strategia europea condivisa per la crescita, il lavoro, la stabilità"

Il documento del Governo italiano a Bruxelles: 9 pagine per cambiare l’Europa

Eurobond, riforma del fiscal compact, condivisione del rischio, backstop europeo per la crisi bancarie, fondo comune per la disoccupazione e le crisi aziendali. E’ una Europa molto diversa da quella di oggi quella delineata nel documento che il governo italiano ha inviato a Bruxelles

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di Luca Gaballo
Un documento agile, appena 9 pagine, scritto in inglese, in cui il Governo italiano immagina un'Europa che ancora non c'è, in cui i rischi vengono condivisi ed in cui la convergenza delle politiche economiche si fa più con le riforme e gli investimenti che con l'osservanza dei parametri di bilancio.

La riflessione parte dalla constatazione della gravità della crisi, che sta durando oltre ogni previsione, e dalla necessità di adeguare gli strumenti disponibili  al nuovo contesto.

Occupazione, produzione industriale ed investimenti sono ancora lontani dai livelli pre crisi, la diseguaglianza è in aumento, crescono disaffezione e populismo, un mix micidiale che sta portando i cittadini europei a non vedere più alcun vantaggio nell’essere parte dell’Unione. Ovunque una visione miope dell’interesse nazionale rischia di prevalere, si legge, rendendo i problemi ancora più difficili da risolvere. Per il governo italiano l’Europa resta ancora la migliore opportunità per uscire dalla crisi, a condizione, però, che alcune importanti riforme vengano intraprese.

Questa situazione, secondo il governo italiano, e la prospettiva di un lungo periodo di bassa crescita e inflazione vicina allo zero, devono indurci ad un ripensamento del fiscal compact. Un trattato che è stato scritto in condizioni normali di inflazione e crescita, scrive Padoan, deve essere riformulato per tenere conto della dinamica dei prezzi, visto che la deflazione rende i debiti più pesanti da digerire.

Lo spazio fiscale disponibile deve essere usato per promuovere la crescita - Si legge nel documento - Tra le righe c'è un vero e proprio attacco alla Germania, è il passaggio in cui si chiede simmetria negli aggiustamenti macroeconomici. I surplus di bilancio, scrive Padoan, sono altrettanto nefasti dei deficit, e dovrebbero essere combattuti con politiche che alimentino gli investimenti pubblici e privati. Tra questi strumenti si colloca anche l’emissione congiunta di bond, legati a progetti di grandi reti transeuropee, nel campo energetico, dei trasporti delle comunicazioni.

E’ urgente completare l’unione bancaria. Va sbloccato immediatamente il fondo comune per la tutela dei depositi, che per ora incontra la contrarietà della Germania, perché “la condivisione del rischio è parte fondamentale dell’Unione bancaria il cui obiettivo è ridurre la frammentazione del mercato e creare regole del gioco comuni per tutte le aziende europee”. La condivisione del rischio è anche riduzione del rischio, le due cose insieme aumentano la stabilità del sistema. Fin qui si chiede solo alla Germania di rispettare gli impegni presi, ma Padoan va oltre. Per il governo italiano l’European Stability Mechanism, il fondo che alimenta i prestiti ai paesi in difficoltà, deve diventare un vero e proprio Fondo Monetario europeo, che agirebbe da prestatore di ultima istanza in caso di crisi bancaria grave e sistemica che esorbiti le risorse del Fondo di tutela dei depositi.

Tra le questioni più care al ministro Padoan la creazione di un sussidio di disoccupazione comune per l’intera Europa, un meccanismo che serva a mitigare le crisi occupazionali cicliche che si verifichino in alcuni paesi dell’Unione, qualora siano sottoposti a processi di aggiustamento strutturale, e che attivi uno schema unico di assicurazione contro la disoccupazione.

L’insieme di questi ed altri strumenti: il governo del Fondo Monetario europeo, l’emissione di eurobond sui progetti, lo schema comune di tutela contro la disoccupazione, i finanziamenti straordinari per la gestione delle frontiere e dell’emergenza migratoria, la promozione degli investimenti di lungo termine, l’equilibrio di bilancio tra paesi in deficit e paesi in surplus che abbia un senso a livello aggregato, tutto questo, conclude Padoan potrebbe essere coordinato da un Ministro delle finanze dell’Eurozona.
Una figura molto diversa da quella immaginata dai due banchieri centrali Weidmann (Bundesbank) e De Galhau (Banque de France) peri quali il ministro delle finanze unico sarebbe solo il severo custode del pareggio di bilancio negli stati membri. 

Insomma da domani il dibattito sul futuro dell'Europa fa un salto di qualità, l'Italia ha scoperto le carte, lo ha fatto in maniera trasparente, cercando di animare un pubblico dibattito, ha presentato un disegno alternativo all'Europa di oggi, quella dei tavoli tra governi e dei parametri scolpiti nella pietra, una Europa soggetto politico diverso dalla sommatoria dei singoli paesi e protagonista di una politica economica comune ancora da scrivere. Resterà un sasso nello stagno? Lo vedremo, ma, almeno, da oggi le posizioni sono più chiare.   
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