MONDO
La morte nonostante i molti appelli per irregolarità nelle procedure
Pena di morte. Ennesima esecuzione in Texas. Ucciso un messicano nonostante numerose irregolarità
L'uomo, Ramiro Hernandez, aveva denunciato la mancata informazione sui suoi diritti. Era stato condannato alla pena capitale perché accusato di avere ucciso il suo datore di lavoro e di averne violentato la moglie. Morto nonostante i numerosi appelli avessero sollevato anche l'irresponsabilità penale del condannato
Texas
Un'altra persona 'legalmente' uccisa in Texas, la sesta dall'inizio dell'anno. E' il caso controverso di un detenuto messicano nel braccio della morte dal 2000 e morto alle 18.28 ora locale nel penitenziario di Huntsville, nel Texas, secondo quanto comunicato dal ministero della Giustizia dello Stato. Ramiro Hernandez, 44 anni, era stato condannato alla pena capitale perché accusato di avere ucciso il suo datore di lavoro e di averne violentato la moglie ripetutamente a San Antonio, nonostante numerosi appelli avessero sollevato l'irregolarità delle procedure, oltre che l'irresponsabilità penale del condannato.
Hernandez non infomato dei suoi diritti consolari. La Corte dell'Aja aveva ordinato la revisione del dossier
Il ministero degli Esteri messicano ha immediatamente reagito, condannando l'esecuzione in una nota. La scorsa settimana, la Corte suprema degli Stati Uniti aveva rifiutato di farsi carico dell' appello di Ramiro Hernandez che sosteneva di non essere stato informato dei suoi diritti consolari al momento dell'arresto. La Convenzione di Vienna, ratificata da 175 Paesi tra cui gli Stati Uniti, sancisce che tutti i residenti all'estero devono essere informati e ricevere assistenza dai rappresentanti del proprio consolato, dopo esserne stato precedentemente avvisati. E la Corte internazionale dell' Aja aveva ordinato nel 2004 la revisione dei dossier di 51 prigionieri messicani, tra cui Ramiro Hernandez, proprio per la mancata applicazione della Convenzione di Vienna.
Hernandez non infomato dei suoi diritti consolari. La Corte dell'Aja aveva ordinato la revisione del dossier
Il ministero degli Esteri messicano ha immediatamente reagito, condannando l'esecuzione in una nota. La scorsa settimana, la Corte suprema degli Stati Uniti aveva rifiutato di farsi carico dell' appello di Ramiro Hernandez che sosteneva di non essere stato informato dei suoi diritti consolari al momento dell'arresto. La Convenzione di Vienna, ratificata da 175 Paesi tra cui gli Stati Uniti, sancisce che tutti i residenti all'estero devono essere informati e ricevere assistenza dai rappresentanti del proprio consolato, dopo esserne stato precedentemente avvisati. E la Corte internazionale dell' Aja aveva ordinato nel 2004 la revisione dei dossier di 51 prigionieri messicani, tra cui Ramiro Hernandez, proprio per la mancata applicazione della Convenzione di Vienna.