ITALIA
Domani fiaccolata a Fiumicello
Regeni, tre anni da omicidio: 5 agenti indagati, ma giustizia ancora lontana
Il Presidente della Camera scrive ai Presidenti dei Parlamenti Ue: "Aiutateci a trovare la verità". "Chiederemo all'Egitto con ancora maggior forza verità su Regeni" sottolinea a sua volta il vicepremier Matteo Salvini
Fico: "Inaccettabile stallo da parte dell'Egitto"
Il Presidente della Camera sulla decisione del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone di iscrivere cinque ufficiali egiziani nel registro degli indagati dice: "Un atto forte, che come istituzioni dobbiamo interpretare e raccogliere, dando alla Procura tutto il nostro sostegno. Questo stallo non è più accettabile". Per la denuncia di Alessandra Ballerini, legale dei Regeni, su presunte pressioni da parte egiziana sul loro consulente legale al Cairo parla di "segnale preoccupante". E aggiunge: "Ha fatto bene il Parlamento europeo, con la risoluzione approvata a dicembre, a chiedere tutela per i consulenti egiziani della famiglia Regeni".
Quindi evidenzia che "è un momento in cui c'è particolare attenzione da tutti i livelli istituzionali e si sta ragionando sui prossimi passi. Ci tengo a dire che le istituzioni stanno lavorando insieme". Poi parla del suo incontro con il presidente egiziano Al Sisi: "E' stato incentrato esclusivamente sul caso di Giulio Regeni. E mi ha ascoltato con attenzione", "l'Italia ha sicuramente rapporti consolidati con l'Egitto e attori economici estremamente rilevanti in tutta l'area. Però come ho detto al Cairo fare impresa, avere rapporti commerciali, non è qualcosa che può essere scisso da quello che accade intorno, dalla situazione dei diritti umani, e anche dalla mancanza di questa verità. Non ci si può voltare dall'altra parte".
Fico prosegue: "Posso assicurarvi che Luigi Di Maio vede il caso Regeni esattamente nello stesso modo. Sarà lui, insieme al governo, a fornire risposte sullo stato dell'arte delle relazioni fra Italia e Egitto". Sottolinea anche che la sua decisione di interrompere i rapporti con il Parlamento egiziano ha "avuto un seguito. Penso alla risoluzione del Parlamento europeo, alle dichiarazioni di parlamentari ed europarlamentari, ma anche alla convocazione dell'ambasciatore egiziano da parte del ministro Moavero". Di chiedere con più forza, verità su quanto accaduto, è determinato anche l'altro vicepremier Matteo Salvini che ribadisce di essere "fiducioso".
Dal 2016 indagini sono andate avanti, ma verità giudiziaria ancora lontana
Dal 2016 le indagini sono andate avanti, tra mille difficoltà, fino all'iscrizione sul registro degli indagati di cinque agenti egiziani, ma una verità giudiziaria sul caso è ancora lontana, nonostante i tentativi di pressione politica sul Cairo e i, tanti, annunci di collaborazione con l'Egitto che si sono susseguiti in questi anni.
Giulio Regeni venne rapito la sera del 25 gennaio 2016: il suo corpo martoriato fu trovato nove giorni dopo, lungo la strada che collega Alessandria a Il Cairo. Nelle prime settimane dopo il ritrovamento del corpo, tante false piste si susseguirono: prima si parlò di un incidente stradale, poi di una rapina finita male, successivamente si insinuò che il giovane fosse stato ucciso perché ritenuto una spia, poi che fosse finito in un giro di spaccio di droga, di festini gay, di malaffare che l'aveva portato a farsi dei nemici.
A un mese dalla morte di Giulio alcuni testimoniarono di averlo visto litigare con un vicino che gli aveva giurato morte. Il 24 marzo del 2016 arrivò l'ennesima ricostruzione non credibile e questa volta c'erano di mezzo cinque morti: criminali comuni uccisi in una sparatoria con ufficiali della National Security egiziana, alla periferia del Cairo. I documenti di Giulio furono trovati quello stesso giorno in casa della sorella del capo della presunta banda e si disse che i cinque erano legati alla morte del giovane.
In un clima del genere, il procuratore Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco, hanno seguito il lavoro dei colleghi cairoti e coordinato le indagini di Ros e Sco. Dalle verifiche è emerso che il ricercatore era attenzionato da polizia e servizi segreti già settimane prima del rapimento. Inoltre le analisi sui tabulati hanno messo in luce i numerosi contatti telefonici tra gli agenti che si occuparono di tenere sotto controllo Giulio tra dicembre 2015 e gennaio 2016, e gli ufficiali dei servizi segreti coinvolti nella sparatoria con la presunta banda di criminali uccisi nel marzo 2016 a cui gli egiziani provarono
ad attribuire l'omicidio.
A distanza di tre anni dall'omicidio, chi indaga in Italia è convinto che Giulio sia stato torturato e ucciso dopo esser stato segnalato come spia alla National Security dal sindacalista degli ambulanti, Mohammed Abdallah, con il quale era entrato in contatto per i suoi studi. L'uomo chiedeva a Giulio di poter usare a fini personali, in modo illegale, una borsa di studio che il giovane, grazie a una fondazione britannica, voleva far arrivare al sindacato. La richiesta di Abdallah e la risposta di Giulio vennero immortalate in un video, girato dal sindacalista nel dicembre del 2015 con una telecamera nascosta, probabilmente su richiesta della polizia.
Secondo chi indaga, potrebbe esser stato proprio il rifiuto di dare illegalmente quei soldi a segnare il destino di Giulio: forse, quando il sindacalista capì che non avrebbe ricevuto per sé almeno una parte delle diecimila sterline in ballo, decise di denunciarlo per accreditarsi con la National security come un informatore adeguato, e segnò la tragica fine del giovane. I cinque agenti finiti a dicembre nel registro degli indagati, a Roma, sono ufficiali appartenenti al dipartimento di Sicurezza nazionale (servizi segreti civili) e all'Ufficio di investigazione giudiziaria del Cairo (polizia investigativa) e rispondono di sequestro di persona in concorso.
Fiaccolata per Giulio a Fiumicello
Il Comune di Fiumicello, dove è nato, lo ricorderà domani - 25 gennaio - con una fiaccolata, alla quale parteciperà anche il presidente della Camera, Roberto Fico. Alle 18.30 partirà la "Camminata dei diritti", assieme al "Governo dei giovani". In piazzale dei Tigli, alle 19.41, ora della sparizione di Giulio, si accenderanno centinaia di fiaccole gialle. Poi, in sala Bison, un momento di riflessione "Pensieri e parole per Giulio". Ci saranno la famiglia di Giulio, la legale Alessandra Ballerini, il presidente Fico, la sindaca Laura Sgubin, il presidente della Fsni Giuseppe Giulietti, l'onorevole Luigi Manconi, lo scrittore Erri De Luca, gli artisti Pif, Lorenzo Terranera e il regista Marco Bechis.