ECONOMIA
Rimettere al centro turismo e attrattive del Paese
Confcommercio, Sangalli: "Finalmente primi segnali di ripresa"
Intervento a tutto campo del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Dai dati su Pil, reddito e consumi delle famiglie, al nodo investimenti infrastrutturali, alla riforma fiscale, al Jobs Act
"Oggi buoni segnali vengono dalla produzione industriale, che è in crescita negli ultimi mesi", spiega, e l'Expo "rimette al centro del discorso italiano il turismo", cioè "la 'carta vincente' dell'Italia. Eppure, non troviamo mai la 'mano giusta' per calarla. E questo è un grande errore e un enorme spreco, soprattutto per il nostro Mezzogiorno. Senza turismo, infatti, non c'è crescita per il Sud. E, senza Sud, non c'è crescita per l'Italia. Facciamocene una ragione", afferma.
Se "con il Jobs Act il Governo è andato finora nella giusta direzione", ora "è tempo di semplificazione" anche nel campo del lavoro, sostiene Sangalli, che elenca gli elementi positivi del Jobs Act: "Flessibilità per le imprese e assunzioni a tempo indeterminato con incentivi, che speriamo proseguano nel 2016".
"Per il prossimo futuro, il Governo ha annunciato che le piccole imprese, anche quelle del terziario, quelle con più di cinque dipendenti, dovranno versare un contributo per gli ammortizzatori sociali. Giusto. Ma solo se poi - avverte- ritorna a beneficio delle nostre imprese".
Ma "Per consolidare la ripresa non ci possono essere solo tagli, servono anche investimenti. Occorre che anche lo Stato investa in infrastrutture, fisiche e digitali, in servizi avanzati per le imprese e per i cittadini". Sangalli chiede dunque al Governo "di inserire nell'Agenda digitale una sezione dedicata alla distribuzione. Anche perché lo Stato che fa investimenti di sistema è uno Stato che stimola la libertà individuale: che è la libertà di fare impresa, di costituire una famiglia, anche la libertà di associarsi".
E' necessaria inoltre la riforma fiscale: "La aspettiamo da 40 anni: abbiamo bisogno di un fisco semplice, affidabile ed equo. Senza paura cioè di continui aggiornamenti al rialzo, come speriamo non accada con la riforma del catasto".
Per Sangalli una buona riforma deve rispettare tre punti. Primo: "Pochi tributi, semplici da pagare: un tributo per ogni livello di governo, un'imposta sui consumi coordinata in ambito europeo e un'imposta di tipo ambientale".
Secondo: "Per quanto riguarda l'Irpef è ora di procedere a una riduzione generalizzata delle aliquote, senza appesantire questo tributo con intenti ridistributivi".
Terzo: "Una seria riforma fiscale dovrebbe tener sempre presente l'accoppiata fabbisogni e costi standard". Inoltre, "bisogna interrompere quel circolo vizioso che porta al continuo incremento della pressione fiscale. Da un lato lo stato taglia i trasferimenti a Regioni e Comuni ma non riduce il prelievo di propria competenza. Dall'altro Regioni e Comuni per sopperire al taglio dei trasferimenti devono aumentare i tributi".
.