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ECONOMIA

Jobs Act, giorni decisivi

Taglio Irpef, governo al lavoro. I sindacati promuovono Renzi

In settimana Cdm decisivo. Il premier diviso fra misure per sostenere i redditi bassi oppure per stimolare le imprese. Si tratta su un fondo da 10 miliardi per i lavoratori
 

Renzi e Camusso
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Una decisione definitiva ancora non c'è, ma le ipotesi sulla distribuzione del taglio del cuneo cominciano a farsi più concrete. Quella che sembra prevalere al momento è di un taglio concentrato a quanto pare sull'Irpef. Così almeno riferiscono le ultime indiscrezioni di stampa, secondo le quali sarebbe stato lo stesso premier Matteo Renzi ad esprimere la sua preferenza per un appesantimento delle busta paga dei lavoratori rispetto a un taglio a favore delle aziende. E anche se fonti di governo spiegano che "è ancora solo un'ipotesi" parte il dibattito con i sindacati che, chiaramente, plaudono all'iniziativa del premier e gli imprenditori in ordine sparso, fra chi concorda con la necessità di intervenire sull'Irpef e chi chiede ancora il taglio all'Irap. Le due tesi contrapposte sono: i soldi ai redditi bassi rilanceranno i consumi interni e quindi la produzione e l'occupazione. O viceversa: bisogna dare i soldi alle imprese perché sono loro a creare il lavoro.

Squinzi insiste: "Lo Stato paghi i debiti della Pa"
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, si è rifugiato dietro un no comment ma non è difficile intuire che la posizione degli imprenditori non sia cambiata rispetto ai giorni scorsi, quando era emersa la predilezione per un taglio concentrato solo dell'Irap. Una cosa però per Squinzi è fondamentale: "Il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, perché uno Stato che non paga i propri debiti non è uno Stato civile".    Sulle tasse quindi Renzi sembra a questo punto aver imboccato la strada del taglio a favore dei lavoratori. Con un beneficio che, per la fascia di reddito intorno ai 25mila euro arriverebbe a circa cento euro in più in busta paga al mese. Certo resta ancora molto da "tagliare" considerando che in Italia il cuneo fiscale ammonta a 296,4 miliardi: 161,4 miliardi gravano sulle spalle dei datori di lavoro, gli altri 134,9 sono a carico dei lavoratori dipendenti.

Verso un Cdm decisivo
In ogni caso per il pacchetto di misure che arriverà mercoledì in Cdm si potrà ragionare tenendo presente che i lavoratori beneficeranno già del taglio del cuneo. L'altro fronte, quello delle imprese, sarà invece "ristorato" grazie all'accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pa e a nuove regole sul mondo del lavoro: il Jobs Act. Il premier twitta la sua idea: "Il Jobs Act va in quella direzione" risponde a chi gli chiede di pensare anche ai quarantenni. Ma sul piatto c'è molto di più: il sussidio "universale", la revisione degli ammortizzatori con la scomparsa della cassa in deroga e le tutele. Ma quello che allo stato si sa è che l'intervento sarebbe prima sulle "regole" e solo in una seconda fase di tipo economico. Con l'avvicinarsi del Cdm di mercoledì fra le parti sociali e nel governo si amplifica il dibattito. Il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, ad esempio, è di avviso opposto rispetto al premier: bisogna intervenire sull'Irap. Stessa posizione Confcommercio che chiede però un intervento misto.

I leader sindacali
Susanna Camusso, nonostante i problemi di "rapporti" con il premier, dice che comunque un taglio all'Irpef "sarebbe una buona notizia" anche se il sindacato preferirebbe agire più sulle detrazioni che sulle aliquote. Soddisfatti Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
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