POLITICA
Angola-Congo
Il viaggio di Renzi in Africa, obiettivo un punto di Pil in 1.000 giorni
Il premier twitta da Luanda, ultima tappa del tour nel continente. Accenno alle questioni interne: "Ostruzionismo è sasso sui binari, ma noi non ci fermiamo"
"Da martedì torniamo sui dossier italiani ma questa visita ha un valore strategico", dice Renzi che in Congo, una delle economie più dinamiche dell'Africa, ha firmato un accordo per un investimento infrastrutturale, gestito da Trevi e da altre dodici aziende italiane. E con Eni ha messo un altro tassello nella nuova strategia energetica italiana che non guarda solo alla Russia ma alle enormi risorse africane. Anche qui trova modo di polemizzare con "i gufi di professione", quelli che dicono che l'Italia esporta poco "ma poi si lamentano per la perdita di italianità". E invece per Renzi incentivare l'export, che oggi cresce al 4,9% più della Germania, con un programma ad hoc, gestito dal viceministro Carlo Calenda, anche lui in missione in Africa, rilancerà l'Italia che "può farcela solo se è forte anche all'estero".
La forza interna, invece, viene dalla realizzazione delle riforme. Il premier continua a ripetere di non essere preoccupato anche se la mole degli emendamenti incombe sull'iter della riforma del Senato che il premier vuole approvare entro la pausa estiva. "Andiamo fino in fondo, questo è solo l'inizio", è la determinazione di Renzi convinto che "il Paese non è in mano a una minoranza che fa ostruzionismo". Ostruzionismo che in Parlamento si traduce in tempi di parola, illustrazione degli emendamenti, dibattito prima di arrivare al voto. Ma il leader Pd lascia intendere che non consentirà di trascinarla per le lunghe a chi cerca di frenare e "bloccare il volere dei cittadini". "C'è chi dice - attacca il premier - che possiamo continuare a perdere tempo. Il regolamento del Senato parla chiaro e credo che ci siano le condizioni per un intervento che rispetti il regolamento e consenta un dibattito serio".
Nessun autoritarismo ma neppure regole in balia di fronde e dissidenti: "Toglieremo con pazienza il sasso sui binari del Paese", è l'immagine usata da Renzi che a tutti, Europa compresa, vuole dimostrare che è cominciato "un percorso di cambiamento profondo del Paese" a partire dalla classe politica che riforma se stessa e dimostra di essere "credibile".