POLITICA
Palazzo Madama
La riforma delle banche popolari è legge, il Senato approva in via definitiva
Il testo approvato con 155 sì. Nell'articolo che dispone la trasformazione in spa delle dieci popolari più grandi entra una norma 'anti scalata': potranno limitare il diritto di voto in assemblea al 5%. Riscritto l'articolo sulla portabilità dei conti correnti con multe per gli istituti che non garantiscono il passaggio entro 12 giorni
Con le nuove norme dovranno trasformarsi in Spa quelle Banche popolari che superano gli 8 miliardi di euro di attivi, rinunciando dunque alla forma cooperativa e al voto capitario (una testa un voto per ogni socio, al di là del numero di azioni possedute). Rispetto al testo varato dal Consiglio dei ministri il 20 gennaio, alla Camera è stata introdotta la possibilità per le assemblee chiamate a deliberare la trasformazione in Spa di stabilire, con una maggioranza inferiore a quella attualmente prevista dal Codice civile, un tetto al 5% dei diritti di voto per al massimo 24 mesi. L’obiettivo è quello di evitare scalate ostili, magari dall’estero, favorendo invece le aggregazioni interne.
Sono previste nuove norme anche sulla portabilità dei conti correnti e dei depositi titoli, che dovrà avvenire entro 12 giorni, dovrà essere gratuita e sono previste multe da 5.160 euro a 64.555 euro per chi svolge "funzioni di amministrazione o di direzione, nonché dei dipendenti" che risultino inadempienti. Ancora, sarà la Cassa depositi e prestiti, "direttamente o tramite Sace" o "attraverso una diversa società controllata", a svolgere il proprio intervento "anche attraverso il credito diretto" al fine di "rafforzare l'attività a supporto dell'export e dell'internazionalizzazione dell'economia italiana". Il credito potrà essere erogato anche senza la garanzia Sace.
Molto critico il Movimento5Stelle che dice, per bocca della senatrice Laura Bottici: "Il vero intento del decreto legge Banche è mettere alcune nostre banche popolari nelle mani degli speculatori finanziari o salvarne altre. Infatti, l'obbligo di trasformazione in Spa colpirà solo le banche popolari con un attivo superiore agli 8 miliardi".
E sul provvedimento restano forti critiche anche fuori dalla politica con Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all'Università di Tor Vergata e primo firmatario di un manifesto per le Popolari insieme ad altri 162 economisti, che paventa lo spettro dell'incostituzionalità del provvedimento: "Una volta a regime, un socio delle Popolari potrebbe decidere di far ricorso alla Corte Costituzionale. Lì si aprirebbe una partita difficile: già importanti giuristi riconoscono che il testo è in conflitto con la Costituzione, che prescrive alla Repubblica di riconoscere 'la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità'". Insomma, il professore prefigura scenari di un blocco a posteriori del provvedimento, con tutte le possibili ricadute "sui mercati azionari e sulla stabilità delle banche".
D'altro parere Antitrust e Bankitalia che più volte hanno spinto per il provvedimento, in nome della contendibilità degli istituti e del loro rafforzamento patrimoniale.
In sintesi le misure del decreto e le modifiche:
Tetto antiscalate
Gli istituti, nella stessa assemblea che varerà la trasformazione in Spa, potranno introdurre un limite all'esercizio del diritto di voto in assemblea almeno del 5%. Il tetto introdotto con questa maggioranza potrà essere esercitato fino a 24 mesi.
Portabilità dei conti corrente
I conti andranno trasferiti senza costi per i clienti entro 12 giorni lavorativi, pena multe salate, da 5mila a 64mila euro per i dirigenti, ma anche i dipendenti, delle banche inadempienti. Le norme sono valide anche per spostare conti titoli. Previsti indennizzi per i ritardi, che saranno quantificati dal Mef.
Credito all'export
Sarà la Cdp (Cassa depositi e prestiti) a decidere se erogare credito all'export direttamente, o attraverso Sace, o un'altra delle società controllate. Cambia anche la disciplina dell'export banca, consentendo l'utilizzo dei fondi provenienti dalla gestione separata di Cdp.
Società e Coop tra Pmi innovative
Rivista la platea delle Pmi che avranno le stesse agevolazioni delle start up innovative (anche le società di capitali, se non quotate, e le cooperative). Tra i criteri per rientrare nella nuova definizione anche gli investimenti in innovazione. Anche gli intermediari finanziari potranno sottoscrivere quote di start up e Pmi innovative.
Enti di previdenza
Gli enti previdenziali potranno partecipare ma "in quota minoritaria" alla nuova società per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese. Il campo di azione è allargato a tutte le imprese in crisi, e va orientato anche a tutela dell'occupazione. Sale a 550 milioni la garanzia dello Stato per le imprese in amministrazione straordinaria. Sempre con un occhio all'Ilva di Taranto si prevede anche la precedenza nell'accesso al Fondo di garanzia delle Pmi per le imprese dell'indotto (in particolare sul fronte del risanamento)
Istituto italiano di tecnologia
L'Istituto italiano di tecnologia non dovrà più registrare e commercializzare i brevetti ma potrà costituire o partecipare a start up innovative o altre società, anche con soggetti pubblici (utilizzando non più del 10% delle risorse assegnate ogni anno).