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MONDO

La crisi nell'ex repubblica sovietica

Ucraina. Mosca: finite nostre esercitazioni militari. Ma per Kiev il numero dei soldati è aumentato

​Da più di un mese l'Occidente accusa Mosca di aver ammassato circa 100.000 soldati al confine ucraino in vista di un intervento militare e intensifica gli avvertimenti al Cremlino, che invece nega da parte sua ogni intenzione di voler invadere il paese.  Stoltenberg vuole convocare il consiglio Nato-Russia il 12 gennaio

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di Antonella Alba Il ministero della difesa russo ha annunciato oggi che oltre 10.000 soldati hanno terminato le esercitazioni di un mese vicino all'Ucraina.  L'informazione arriva tra le accuse occidentali secondo cui Mosca starebbe, invece, pianificando un'invasione del suo ex vicino sovietico e di aver ammassato nell'arco di 30 giorni, oltre 100.000 soldati vicino all'Ucraina proprio per realizzare il suo obiettivo.

Mosca ha dichiarato che le esercitazioni delle forze del distretto militare meridionale si sono svolte in una serie di regioni meridionali tra cui Rostov, Krasnodar e Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014 strappandola all'Ucraina.

A confermare le notizie di militari ammassati in un numero importante, fonti di intelligence e le immagini satellitari raccolte da osservatori indipendenti che mostrano, come negli ultimi giorni, sia in Crimea che e in altre "repubbliche popolari" ucraine l’esercito russo stia schierando più, e non meno, armamenti. Operazioni che sarebbero continuate anche più lontano, a Stavropol e Astrakhan, Repubbliche del Caucaso settentrionale, e persino in Armenia, alleata della Russia nel Caucaso. Eppure Mosca riferisce che le truppe stanno tornando alle loro basi permanenti. Secondo le stime di Kiev, invece, il numero di truppe russe lungo i suoi confini è aumentato da circa 93.000 in ottobre a 104.000.  

Mosca a più riprese ha replicato di essere libera di spostare le sue forze sul territorio e nega di pianificare un attacco. La crisi preoccupa l'Europa non poco. Durante il colloquio telefonico di giovedì scorso tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin, Berlino è riuscita a concordare un incontro "all'inizio di gennaio" come parte degli sforzi per raffreddare la crisi in Ucraina. L'incontro avverrà tra il consigliere diplomatico del cancelliere, Jens Ploetner, e l'inviato del Cremlino nei negoziati di pace in Ucraina, Dmitri Kozak.  Nella telefonata Mosca ha ribadito la sua disponibilità a una "de-escalation" nella regione, chiedendo però all'occidente "garanzie di sicurezza", che includono il divieto di estendere l'alleanza militare della Nato ad est, in particolare all'Ucraina. Richiesta già espressa da presidente russo Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di fine anno. 

In questo contesto gli europei temono di rimanere ai margini della crisi ucraina mentre Mosca e Washington si apprestano a negoziati diretti sull'argomento. Gli Stati Uniti si sono detti pronti a trattative diplomatiche con la Russia all'inizio di gennaio in Svizzera. Favorevole a un incontro interlocutorio si è detto anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha annunciato l'intenzione di convocare una riunione del Consiglio Nato-Russia il prossimo 12 gennaio. Ma "Non faremo compromessi sul diritto dell'Ucraina di scegliere la propria strada", ha avvertito.

La crisi nell'ex repubblica sovietica preoccupa anche Papa Francesco, che ieri, in un passaggio del messaggio prima della benedizione Urbi et Orbi per Natale, ha pregato affinchè arrivi "luce e sostegno per chi crede e opera, andando anche controcorrente, in favore dell’incontro e del dialogo" e non dilaghi "in Ucraina le metastasi di un conflitto incancrenito".
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