POLITICA
Il testo torna alla Camera per terza lettura
Il sì del Senato al decreto Lavoro, blindato dal governo
I voti favorevoli sono stati 158, i no 122, nessuno astenuto. In scena le proteste dei grillini che si sono incatenati e ammanettati a vicenda
Roma
Passa il decreto lavoro a Palazzo Madama su cui il governo ha posto la fiducia. Una seduta caratterizzata dalle proteste dei senatori grillini ma anche dalle critiche sul provvedimento di Sel e Forza Italia. Sono stati 158 i si,122 i no, nessun astenuto. Il testo tornerà ora alla Camera per la terza lettura.
Prima che iniziassero i lavori a Palazzo Madama il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha annunciato la fiducia sul maxi- emendamento interamente sostitutivo del decreto lavoro. Fiducia che arriva dopo quella già posta alla Camera e le modifiche in commissione a Palazzo Madama che hanno scatenato le polemiche di parte del Pd ma soprattutto della Cgil.
Le novità del testo
Il provvedimento - definito dal ministro Poletti "una buona mediazione" - introduce parecchie novità come le penali (ma non l'assunzione obbligata) per chi sfora il tetto del 20% dei dipendenti a tempo determinato, l'apprendistato e il limite dei 5 contratti, sempre a tempo determinato, nel limite dei tre anni. Il testo è approdato al Senato dopo le modifiche in Commissione Lavoro che hanno recepito le richieste soprattutto del Nuovo Centrodestra. Modifiche che non sono piaciute a sindacati e sinistra Pd che, alla Camera, era riuscita a far votare un testo diverso da quello iniziale del governo.
Le proteste dei grillini
I senatori del Movimento Cinque Stelle, con indosso le magliette con la scritta "Schiavi mai", si sono incatenati e ammannettati tra loro. La seduta è stata sospesa per qualche minuto. Tensioni tra i senatori del M5S e Calderoli. "Non ci muoviamo e ci dovrete portare via con la forza" dichiara la senatrice pentastellata Nunzia Catalfo. Dura la risposta di Calderoli: "Ora vado a cercare i fabbri e in un modo o nell'altro uscirete di qui".
Sel: no a massacro sociale
"Sel non voterà mai misure da massacro sociale come quella che viene imposta oggi con la fiducia" ha affermato il senatore di Sel Giovanni Barozzino, ex operaio alla Fiat di Melfi. "Questa legge - precisa il senatore - confligge frontalmente non solo con la civiltà del lavoro, con la democrazia e con la Costituzione, ma persino con le direttive europee".
FI: un compromesso al ribasso
Un altro voto di fiducia e un altro testo inadeguato, un altro strappo e un'altra improvvisazione, un'altra promessa non mantenuta: il decreto lavoro emendato in Commissione è frutto di un compromesso al ribasso su un progetto che partiva insufficiente e che invece di ridare la speranza, la toglie a chi non trova lavoro e a chi l'ha perso" ha detto la senatrice Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a palazzo Madama.
Prima che iniziassero i lavori a Palazzo Madama il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha annunciato la fiducia sul maxi- emendamento interamente sostitutivo del decreto lavoro. Fiducia che arriva dopo quella già posta alla Camera e le modifiche in commissione a Palazzo Madama che hanno scatenato le polemiche di parte del Pd ma soprattutto della Cgil.
Le novità del testo
Il provvedimento - definito dal ministro Poletti "una buona mediazione" - introduce parecchie novità come le penali (ma non l'assunzione obbligata) per chi sfora il tetto del 20% dei dipendenti a tempo determinato, l'apprendistato e il limite dei 5 contratti, sempre a tempo determinato, nel limite dei tre anni. Il testo è approdato al Senato dopo le modifiche in Commissione Lavoro che hanno recepito le richieste soprattutto del Nuovo Centrodestra. Modifiche che non sono piaciute a sindacati e sinistra Pd che, alla Camera, era riuscita a far votare un testo diverso da quello iniziale del governo.
Le proteste dei grillini
I senatori del Movimento Cinque Stelle, con indosso le magliette con la scritta "Schiavi mai", si sono incatenati e ammannettati tra loro. La seduta è stata sospesa per qualche minuto. Tensioni tra i senatori del M5S e Calderoli. "Non ci muoviamo e ci dovrete portare via con la forza" dichiara la senatrice pentastellata Nunzia Catalfo. Dura la risposta di Calderoli: "Ora vado a cercare i fabbri e in un modo o nell'altro uscirete di qui".
Sel: no a massacro sociale
"Sel non voterà mai misure da massacro sociale come quella che viene imposta oggi con la fiducia" ha affermato il senatore di Sel Giovanni Barozzino, ex operaio alla Fiat di Melfi. "Questa legge - precisa il senatore - confligge frontalmente non solo con la civiltà del lavoro, con la democrazia e con la Costituzione, ma persino con le direttive europee".
FI: un compromesso al ribasso
Un altro voto di fiducia e un altro testo inadeguato, un altro strappo e un'altra improvvisazione, un'altra promessa non mantenuta: il decreto lavoro emendato in Commissione è frutto di un compromesso al ribasso su un progetto che partiva insufficiente e che invece di ridare la speranza, la toglie a chi non trova lavoro e a chi l'ha perso" ha detto la senatrice Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a palazzo Madama.