POLITICA
A palazzo Madama prova decisiva per il governo
L'Italicum approda al Senato, ma la priorità ora è per la riforma del bicameralismo
Renzi insiste: "Cambiare subito". Ncd: "Servono delle modifiche alla legge elettorale". No di Forza Italia al cambio di programma
Certo, Delrio insiste sul fatto che comunque sulla riforma elettorale non si tiri il can per l'aia, dato che "c'è la ferma determinazione a raggiungere il risultato"; comunque il cambio di timing è evidente. La scelta, maturata nelle ultime ore, dipende dal fatto che la riforma costituzionale che supera il bicameralismo perfetto è considerata dai partner europei fra le riforme strutturali necessarie all'Italia per ripartire. Non a caso il premier, al termine dell'incontro con la cancelliera Angela Merkel, ha citato le riforme istituzionali fra quelle da realizzare "subito" anche se "il nostro orizzonte è il 2018", data che rassicura sia i partner europei che le riforme si faranno, sia la minoranza del Pd e gli alleati di governo. L'inversione dell'ordine del giorno era stata sollecitata anche da Renato Schifani e le parole di Delrio sono state salutate positivamente da un altro esponente di Ncd, Paolo Naccarato.
Ma a scalpitare è ora una sospettosa Forza Italia, anche perché sui contenuti della riforma del Senato, il patto Renzi-Berlusconi non era entrato nei dettagli. "L'Italicum s'ha da fare e subito", ha tuonato l'"azzurro" Francesco Paolo Sisto che è stato relatore alla riforma elettorale alla Camera. "Il trucco di anteporre la riforma del Senato alla legge elettorale non ingannerebbe neanche uno sprovveduto". Di qui l'invito a Renzi a "respingere in Senato i sabotaggi, i trabocchetti, le insidie a ripetizione". La commissione Affari costituzionali di palazzo Madama fisserà il calendario dell'esame delle due riforme e una prova di tenuta ci sarà invece in aula su una legge che introduce la doppia preferenza di genere alle elezioni europee. Anche qui il testo parte da tre ddl presentati da Pd, Pdl e Lega mentre Ncd si oppone; e ancora una volta il Pd si trova in asse con l'opposizione e in contrapposizione con l'alleato, anche se a complicare le cose potrebbe giungere la faglia senatori/senatrici sulle quote rosa.