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MONDO

Entrata in vigore 'pausa umanitaria' ad Aleppo

Siria, Mosca accusa: terroristi hanno aperto il fuoco in corridoio umanitario

Merkel e Hollande hanno avvertito il presidente russo Vladimir Putin che i bombardamenti sulla città siriana di Aleppo possono costituire un crimine di guerra e un martirio per la popolazione. Intanto raid turchi contro obiettivi curdi avrebbero provocato la morte di 200 terroristi  

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E' entrata formalmente in vigore la "pausa umanitaria" annunciata dalla Russia e dal regime di Damasco nella zona orientale di Aleppo, nel nord della Siria, controllata dai ribelli. Da due giorni i caccia russi e siriani avevano interrotto i bombardamenti sui quartieri assediati da Damasco. Obiettivo dichiarato è quello di permettere ai civili e ai combattimenti di lasciare la città attraverso speciali corridoi. Sarà inoltre possibile prestare soccorso a malati e feriti, ma le Nazioni Unite hanno fatto sapere che la tregua è troppo breve per poter far partire i convogli umanitari e avviare la distribuzione di aiuti alla popolazione assediata. La Russia ha annunciato che la tregua verrà estesa di tre ore, da 8 a 11 ovvero fino alle 19 ora locale, e che potrebbe essere ulteriormente prolungata.

Il dipartimento di Informatica e comunicazioni di massa del ministero della Difesa russo ha organizzato la trasmissione online, attraverso videocamere, dell'uscita dei militanti dalla città di Aleppo. La trasmissione è realizzata con telecamere a circuito chiuso e droni. Lo si apprende dal ministero della Difesa russo. Il materiale video è reperibile sul sito del ministero. Due delle quattro telecamere a circuito chiuso sono state installate in prossimità della sezione occidentale della strada del Castello e al checkpoint Masharka. Altre due telecamere lungo il corridoio di uscita.

Nonostante la tregua "i terroristi hanno aperto il fuoco sul corridoio umanitario nella zona di Bustan al Qasr, ad Aleppo, con mortai e ami di piccolo calibro" - è quanto scrive Ria Novosti, il cui corrispondente si trova sul posto - A detta dell'agenzia russa, sono stati esplosi almeno sei colpi. La distanza tra la posizione dei miliziani e l'uscita dal corridoio umanitario non supera i 200 metri, ha scritto Ria. 

Raid turchi contro obiettivi curdi: morti "200 terroristi"
Sono 26 i raid aerei sferrati dai caccia turchi contro 18 obiettivi dell'Ypg, le Unità di protezione del popolo curdo e braccio armato del Pyd, il Partito dell'Unione democratica, nel nord della Siria. Lo rende noto l'esercito di Ankara in un comunicato, spiegando che nei raid sono stati uccisi dai 160 ai 200 militanti. Iniziati nella tarda serata di ieri, i raid aerei hanno colpito zone conquistate di recente dai militanti dell'Ypg e hanno distrutto nove edifici, un veicolo corazzato e altri quattro veicoli appartenenti alle milizie, come spiega il comunicato dell'esercito turco. 

800 militanti lasciano sobborgo Damasco dopo accordo con le autorità del Paese
Un totale di 1.710 persone, tra cui 800 militanti, si sono ritirati da Moadamiyeh, sobborgo sud-orientale di Damasco in Siria, nell'ambito di un accordo con le autorita' del Paese. Lo ha riferito una fonte della polizia locale a RIA Novosti. "Hanno lasciato la citta' 1.710 persone. Di queste, 800 sono militanti, 395 sono donne e 515 sono bambini" ha aggiunto la fonte. E' stato raggiunto un accordo con le autorita' siriane a settembre per terminare gradualmente l'assedio di Moadamiyeh e concedere ai militanti un passaggio sicuro nella provincia settentrionale di Idlib.  

Merkel e Hollande a Putin: raid Aleppo crimini guerra
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno avvertito il presidente russo Vladimir Putin che i bombardamenti sulla città siriana di Aleppo possono costituire un crimine di guerra e un martirio per la popolazione. "Abbiamo avuto un colloquio molto franco e duro con Putin", ha affermato Merkel a conclusione dell'incontro di un'ora e mezza tra i tre leader a Berlino incentrato sulla guerra in Siria. 

La cancelliera ha definito i raid russi e siriani su Aleppo 'inumani' mentre Hollande ha fatto sapere di essere uscito dalla riunione con la sensazione che lo stop ai bombardamenti, iniziato martedì e a cui si è unita oggi la tregua umanitaria, potrebbe prolungarsi, senza però aggiungere altri dettagli. "Spetta a Putin annunciarlo", ha precisato. Inoltre, i leader di Francia e Germania hanno spiegato che "tutto ciò che può costituire una minaccia può essere utile" e "non escludiamo l'opzione" delle sanzioni. Anche se, hanno sottolineato, ora la priorità "è proteggere la popolazione civile e garantire l'arrivo di aiuti umanitari". 

Entrambi inoltre convenuto che il regime di Bashar al-Assad e la Russia non possono usare la lotta contro i terroristi come 'scusa' per bombardare la città in cui vivono 300mila persone. "Sono Paesi che combattono con determinazione il terrorismo ma questo non legittima che siano uccise 300mila persone", ha ribadito Merkel mentre Hollande ha difeso la necessità di non confondere l'opposizione moderata con il fronte al Nusra. "Abbiamo detto quello che pensiamo, con determinazione e facendo pressioni", ha concluso Hollande, convinto che se la tregua terrà si starà avanzando nella giusta direzione. Allo stesso modo, Merkel ha chiarito che si tratta di "responsabilità" di Mosca influenzare il regime di Damasco per porre fine ai bombardamenti, conditio sine qua non per avviare un processo politico.

Pinotti: serve riavvicinamento con Russia per rafforzare 'fronte comune' contro terrorismo
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ritiene "necessario" un "riavvicinamento" con la Federazione russa per rafforzare il "fronte comune" contro il terrorismo. "Ci sono state tensioni negli ultimi tempi, sulle questioni informatiche e sulle diverse visioni nella guerra in Siria. Credo sia necessario un riavvicinamento, per saldare il fronte comune contro il nemico che è il terrorismo", ha sottolineato in un'intervista al Mattino, rispondendo a una domanda sui contrasti tra il presidente Usa Barack Obama e il leader del Cremlino Vladimir Putin. "Dopo il vertice Nato di luglio a Varsavia si sono decise misure di rassicurazioni per i Paesi dell'Est. Ma l'Italia continua a sostenere le iniziative per riaprire il dialogo", ha aggiunto Pinotti.

Almeno 100 comandanti dello Stato Islamico hanno lasciato la città irachena di Mosul 
Almeno 100 comandanti dello Stato Islamico hanno lasciato la città irachena di Mosul e si sono diretti verso la Siria. Lo hanno riferito i media. Secondo il canale Al Mayadeen, il gruppo si sposta verso il confine siriano mentre le forze aeree irachene continuano a monitorare la zona ad ovest di Mosul. L'inizio delle operazioni militari per riprendere Mosul è stato annunciato dal primo ministro iracheno, Haider Abadi, lunedi' scorso. Secondo i media locali, circa 30mila soldati iracheni e 4.000 combattenti curdi peshmerga stanno prendendo parte all'operazione.  
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