SCIENZA
La scheda
Palmira, il gioiello del deserto minacciato dall'Isis
La storia dell'antica città citata nella Bibbia, conquistata dai Romani e famosa sotto il regno della mitica regina Zenobia
La conquista romana
Palmira si mantenne indipendente fino a circa il 19 a.C., nonostante ormai il Paese fosse nelle mani dei Romani. Sotto il regno di Tiberio e poi di Nerone la città venne annessa all'Impero. Plinio il Vecchio ne racconta le ricchezze del suolo e l'importanza che essa ricopriva all'epoca nei commerci tra Roma e l'Oriente, soprattutto con Cina, India e Persia. Nel II secolo d.C. Adriano la visitò e la proclamò città libera, dandole il nome di Palmira Hadriana. Tra la fine del II e l'inizio del III secolo, Settimio Severo o il suo successore, il figlio Caracalla, concesse a Palmira lo statuto di città libera.
Il mito di Zenobia
Nel III secolo la città divenne famosa sotto il regno della regina Zenobia e del figlio Vaballato, che sognavano di formare un impero d'Oriente da affiancare a quello di Roma. La mitica regina iniziò a ribellarsi al potere della città eterna e conquistò Egitto, Palestina e Arabia, spingendosi fino alla Cappadocia e alla Bitinia. Ma la proclamazione di Aureliano a imperatore pose fine alle ambizioni di Zenobia e del figlio.
Un tesoro archeologico
Palmira venne conquistata, abbandonata e diventò base militare per le legioni romane. Dopo un periodo di nuova fioritura con l'impero bizantino, la città andò in rovina sotto il dominio arabo. Dal punto di vista archeologico, la città è ricca di necropoli, santuari, terme e ha un museo, fondato nel 1961, che custodisce reperti di altissimo valore.