ITALIA
Il Gip revoca il proscioglimento del '92
Strage Bologna. Bellini sarà di nuovo indagato per concorso nell'attentato
L'avvocato non si è opposto. Tra le altre cose, i magistrati sono stati autorizzati a far eseguire una perizia antropometrica per accertare se sia Bellini la persona che compare in un filmato Super 8 girato in stazione il 2 agosto 1980
Il Pg Ignazio De Francisci - lo scorso 22 marzo - ha chiesto di poterlo iscrivere nel registro degli indagati con l’accusa, nientemeno, di concorso nella strage del 2 agosto. I magistrati bolognesi, secondo Il Resto del Carlino, ritengono che dopo le ultime novità provenienti dal processo a carico di Gilberto Cavallini (ex Nar) vi siano decisi elementi per poter riaprire la vecchia inchiesta a suo carico dal quale fu del tutto prosciolto nel 1992.
Il processo dunque prosegue e le incognite si moltiplicano. Nei mesi scorsi - prima della richiesta di indagare Bellini - ci sono da registrare altri due avvenimenti importanti: prima la perquisizione a casa di Flavia Sbrojavacca, ex compagna di Cavallini, poi l’iscrizione nel registro degli indagati per depistaggio dell’ex responsabile del Sisde di Padova, il generale Quintino Spella.
Bellini si autoaccusò dell'omicidio dell'attivista di Lotta Continua Campanile
Paolo Bellini è noto per essersi autoaccusato dell’omicidio del giovane attivista di Lotta Continua Alceste Campanile. Nel 1999 la magistratura lo arrestò come criminale comune, imputato di diversi furti e rapine. Nato nel 1953, Bellini aveva un passato di estremista nei gruppi emiliani di Avanguardia Nazionale, oltre che una serie di reati alle spalle, che lo avevano portato per anni dal 1976 in latitanza in Sudamerica e in prigione in Italia seppur con falso nome (venne incarcerato col nome di Roberto da Silva e come Luigi Lembo). In carcere Bellini era entrato in confidenza con Antonino Gioè, uno dei killer della Strage di Capaci, cosa che gli aveva consentito di operare informalmente come contatto tra le forze dell'ordine e la mafia a partire dal 1993.
Durante l'interrogatorio, Bellini ebbe un cedimento e confessò di aver compiuto lui l'omicidio di Campanile, ventiquattro anni prima. Bellini e Campanile erano stati commilitoni nel Fronte della Gioventù, che in seguito avevano abbandonato. Mentre Campanile era passato alla sinistra, Bellini era migrato verso organizzazioni più attive e "dure". Il giorno dell'omicidio Bellini aveva trovato Campanile per strada, mentre quest'ultimo effettuava l'autostop: Bellini lo aveva caricato con sé, l'aveva portato sul luogo del delitto e lì lo aveva freddato. In auto con Bellini vi sarebbe stato un altro esponente della destra locale, Roberto Leoni, leader della sede di Avanguardia Nazionale di Reggio Emilia e accusato da Bellini di aver sparato anch'egli un colpo a Campanile. Sempre secondo Bellini, l'omicidio sarebbe stato commissionato da un altro leader di Avanguardia Nazionale, Giulio Ennio Firomini, che avrebbe anche fornito l'arma del delitto grazie alla complicità di una coppia di Parma. Leoni, Firomini e i coniugi di Parma sono stati poi scagionati da tutte le accuse.
Dall'inchiesta istruita a Reggio Emilia dal Pubblico Ministero Italo Materia emerse quindi che Campanile fu ucciso da militanti neofascisti per vendicarsi del "tradimento" e del passaggio all'organizzazione avversaria. La sentenza definitiva è stata emessa il 30 ottobre 2007, confermando le accuse a Bellini. Lo stesso Bellini è già detenuto con sentenza definitiva a 22 anni di carcere.