MONDO
Graca Machel interrompe il silenzio che osservava dalla morte di Madiba
Studentesse rapite in Nigeria, anche la vedova di Mandela lancia un appello: "Liberatele"
Sono 276 le ragazze nelle mani del Boko Haram. Il governo nigeriano non esclude che nell'intelligence siano infilitati alcuni terroristi per depistare le ricerche. Per aiutare le autorità a trovare le ragazze l'ONU ha mandato un suo rappresentante
Nigeria
Per le 276 liceali rapite oltre un mese fa in Nigeria, la vedova di Nelson Mandela, Graca Machel non esita ad interrompere il lutto che osserva da quando è morto il marito, lo scorso 5 dicembre. E, anzi, attacca la comunità internazionale: “Se il mondo può mobilitare tutti i mezzi possibili per cercare un aereo con 239 persone a bordo – ha scritto in una lettera rivolta ai genitori – può anche mobilitare tutti i mezzi per trovare le vostre ragazze, non meritano nulla di meno”.
Dal 14 aprile scorso le oltre 200 ragazze, tutte tra i 12 e i 18 anni, sono nelle mani dei terroristi del Boko Haram. Secondo Amnesty International – che cita “prove schiaccianti” – l’esercito era stato avvertito almeno quattro ore prima del blitz nella scuola di Chibok ma non ha fatto nulla per impedirlo.
Labaran Maku, il ministro dell’Informazione della Nigeria, ha ammesso che nei servizi di intelligence potrebbero essersi infiltrati alcuni affiliati del Boko Haram.
Dall’estero si moltiplicano le analisi e l’invio di esperti. Un rappresentante ONU sta per arrivare, su esplicita richiesta del segretario generale Ban Ki-Moon, per discutere su come le Nazioni Unite possano sostenere gli sforzi del governo. E anche gli Stati Uniti stanno contribuendo alle ricerche. Secondo gli americani le ragazze sarebbero state divise in piccoli gruppi per rendere più difficoltose le indagini. L’ex premier britannico, Gordon Brown, ritiene che possano aver lasciato il Paese e possano trovarsi in Ciad, Camerun o Niger. Per il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, invece, le studentesse non hanno lasciato il Paese e, anzi, si dice fiducioso di “battere i terroristi”.
Intanto i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nell'esprimere la loro “profonda indignazione” per il rapimento delle studentesse, accolgono con favore i continui sforzi del governo nigeriano per garantire il ritorno delle ragazze alle loro famiglie, così come gli sforzi internazionali per fornire assistenza alle autorità del Paese africano. Il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite ha avvertito che questo genere di azioni potrebbero considerarsi "crimini contro l'umanità” e ha chiesto la collaborazione di tutti i governi per poter assicurare i responsabili alla giustizia.
Il discorso di Michelle Obama
Alla vigilia della Festa della Mamma, Michelle Obama parlerà della sua indignazione per il sequestro delle oltre 200 ragazze nigeriane. Lo farà al posto del marito nel corso del consueto discorso del sabato. Sarà la prima volta che, il discorso tenuto settimanalmente dal presidente degli Stati Uniti su temi a sua scelta sarà invece fatto dalla first lady.
Dal 14 aprile scorso le oltre 200 ragazze, tutte tra i 12 e i 18 anni, sono nelle mani dei terroristi del Boko Haram. Secondo Amnesty International – che cita “prove schiaccianti” – l’esercito era stato avvertito almeno quattro ore prima del blitz nella scuola di Chibok ma non ha fatto nulla per impedirlo.
Labaran Maku, il ministro dell’Informazione della Nigeria, ha ammesso che nei servizi di intelligence potrebbero essersi infiltrati alcuni affiliati del Boko Haram.
Dall’estero si moltiplicano le analisi e l’invio di esperti. Un rappresentante ONU sta per arrivare, su esplicita richiesta del segretario generale Ban Ki-Moon, per discutere su come le Nazioni Unite possano sostenere gli sforzi del governo. E anche gli Stati Uniti stanno contribuendo alle ricerche. Secondo gli americani le ragazze sarebbero state divise in piccoli gruppi per rendere più difficoltose le indagini. L’ex premier britannico, Gordon Brown, ritiene che possano aver lasciato il Paese e possano trovarsi in Ciad, Camerun o Niger. Per il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, invece, le studentesse non hanno lasciato il Paese e, anzi, si dice fiducioso di “battere i terroristi”.
Intanto i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nell'esprimere la loro “profonda indignazione” per il rapimento delle studentesse, accolgono con favore i continui sforzi del governo nigeriano per garantire il ritorno delle ragazze alle loro famiglie, così come gli sforzi internazionali per fornire assistenza alle autorità del Paese africano. Il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite ha avvertito che questo genere di azioni potrebbero considerarsi "crimini contro l'umanità” e ha chiesto la collaborazione di tutti i governi per poter assicurare i responsabili alla giustizia.
Il discorso di Michelle Obama
Alla vigilia della Festa della Mamma, Michelle Obama parlerà della sua indignazione per il sequestro delle oltre 200 ragazze nigeriane. Lo farà al posto del marito nel corso del consueto discorso del sabato. Sarà la prima volta che, il discorso tenuto settimanalmente dal presidente degli Stati Uniti su temi a sua scelta sarà invece fatto dalla first lady.