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MONDO

La città antica conquistata ieri dalle milizie

Siria, Palmira: per responsabile Unesco "nessun movimento Isis sul sito, ma allarme rimane"

Secondo Karim Hendili, la città è un importante obiettivo strategico, ma rimane una forte preoccupazione per ciò che potrebbe accadere

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Non risultano esserci attività dello Stato Islamico nel sito archeologico, ma l'allarme rimane alto e non è possibile prevedere cosa accadrà in futuro. Il responsabile dell'Unesco per il mondo arabo, Karim Hendili, rassicura solo in parte sulla situazione nella città antica di Palmira. Intervistato dall'Ansa a Parigi, Hendili ha precisato che "l'allarme è sempre presente, seguiamo giorno per giorno ciò che accade in loco. Anche se oggi non si rivelano attività particolari". 

La posizione strategica di Palmira
"La priorità dei guerriglieri era il controllo della città - ha spiegato - ora che l'hanno assunto non risultano esserci movimenti nel sito". In effetti, la città era molto ambita dagli uomini del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi proprio per via della sua importanza strategica, poichè si apre sul grande deserto siriano, confinante con la provincia irachena di Al Anbar, che è già in parte sotto il controllo dell'Isis. 

Inoltre, ha proseguito il responsabile dell'Unesco, "non sappiamo cosa abbiano in testa gli integralisti, va però detto che gran parte del sito archeologico di Palmira non presenta statue o più in generale quelle raffigurazioni umane tanto invise ai jihadisti". Speriamo che Palmira venga risparmiata e che non decidano di distruggerla per soli fini propagandistici". Sono centinaia le statue portate via da Palmira nei giorni scorsi per paura che fossero distrutte o vendute. Lo aveva comunicato alla Reuters, nei giorni scorsi, il ministro delle Antichità siriano, Maamoun Abdulkarim. 

I danneggiamenti effetto collaterale degli scontri
Quanto ai danneggiamenti di cui aveva parlato ieri la direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, Hendili ha precisato che, molto probabilmente, si tratta di "danni collaterali dovuti ai combattimenti tra governativi e fondamentalisti. In particolare, bombardamenti nei pressi dell'oasi hanno colpito alcune parti del sito archeologico, difficile dire dove". 

Hendili è tornato poi a chiedere a tutte le parti di risparmiare il sito, incluso nell'eventuale contro-offensiva da parte dell'esercito siriano. Stessa preoccupazione per le vittime civili. "Anche per noi - ha concluso - una vita umana sarà sempre più importante della più preziosa delle colonne. Ma insistiamo molto su questo aspetto perché il nostro compito è difendere il patrimonio culturale". 

Interviene la Lega Araba
A difesa del patrimonio culturale a rischio, è intervenuta oggi anche la Lega Araba che ha condannato la presa della città siriana da parte dei jihadisti dell'Isis affermando che lo Stato Islamico rappresenta una "grande minaccia". "La cattura da parte del Daesh (termine arabo per definire l'Isis) di questa città storica è una grave minaccia a uno dei più importanti siti archeologici al mondo". La dichiarazione del segretario generale della Lega araba, Nabil al-Arabi, arriva dopo l'allarme lanciato ieri dall'Unesco e la condanna da parte dell'Unione Europea. Le "uccisioni di massa e la deliberata distruzione del patrimonio archeologico e culturale in Siria e Iraq da parte dell'Isis" costituiscono "un crimine di guerra", ha riferito oggi una portavoce dell'Alto rappresentante Federica Mogherini. 
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