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MONDO

Il mistero del miliardario che più la spara grossa più sale nei sondaggi

Neri donne e messicani? Alla fine mi ameranno. Tutte le iperboli di Donald Trump

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di Mariaceleste de Martino Se ne infischia cosa scrivono i media, risponde con l’ascia alle frecciatine, non si fa azzittire da nessuno, non ha paura, dice quello che pensa. È Donald Trump, l'americano un po' Berlusconi un po' Grillo, che pensa sempre in grande: “Tanto bisogna pensare comunque, tanto vale farlo in grande”, dice. “Amalo o odialo, Trump è un uomo che sa quello che vuole e se lo prende. Le donne si eccitano dal suo potere, quasi come per i suoi soldi”, dice di sé. E più parla e più sparla, più viene attaccato e più viene odiato, e più offende e più guadagna punti, e più guadagna terreno nella corsa alla leadership della Casa Bianca. Dall’altra parte c’è l’ex First Lady, Hillary Clinton: “Il peggior Segretario di Stato nella Storia degli Usa”, dichiara Trump. “Non abbiamo mai avuto un Segretario peggiore di lei. Il mondo è esploso attorno a noi. Abbiamo perso tutto, ogni relazione internazionale. Non c’è stata una cosa buona di quella amministrazione e del suo lavoro”. Così attacca chi per molti è una donna illustre e di successo. Ma sarebbe la candidata favorita alle elezioni presidenziali 2016 se veramente fosse stata il peggior Segretario di Stato? Peggio di Lawrence Eagleburger, in carica solo per sei settimane tra il 1992 e il 1993?, dicono gli analisti Usa.   
 
“Ho sempre preso le decisioni più importanti e toste con un occhio al risultato finanziario. Sarebbe ora che l’America venisse gestita come fosse un’impresa”, ha detto il bilionario. E ancora, tra le sue più famose frasi:  “I soldi non sono mai stati una grossa motivazione per me, piuttosto sono stati sempre un modo per vincere.  La vera eccitazione è giocare la partita”.  Frasi sagge e frasi dure, alcune da non sottovalutare, altre da non sopravvalutare:

“È sempre buono essere sottovalutato”, “Senza passione non si ha energia, e senza energia non si ha nulla” “Tutto nella vita è una questione di fortuna”, “A volte, perdere una battaglia ti fa trovare un nuovo modo per vicere una guerra”.  Queste solo alcuni dei suoi pensieri “soft”, che potrebbero essere anche considerati  “pillole di saggezza”, ma poi Donald Trump è anche andato giù duro con affermazioni caustiche, taglienti, offensive nei confronti dei messicani e anche dell’attuale presidente. “L’ex portavoce di Obama Robert Gibbs attaccano le persone ferocemente, ma persone come me non restano in silenzio e rispondono”.  
 
 “Il concetto del global warming è stato creato dai cinesi e per i cinesi in modo tale che l’industria manifatturiera Usa non fosse competitiva”. E gli analisti rispondono: “Anche se ignoriamo il fatto che è offensivo pensare che la Cina possa mentire sul surriscaldamento del pianeta per ottenere vantaggi economici, è comqunque un’affermazione assurda”.  Ma più lui è “stavagante” e più ottiene consensi. Ogni volta che ne dice una non crolla, anzi il giorno dopo è diventato ancora più popolare e sale nei sondaggi. E continua: “Sull’esportazione dei prodotti in Cina, ascoltatemi teste di ca@@o, vi tasseremo al 25%!”. Ma Trump lo sa che molti dei capi d’abbligliamento da lui firmati sono “Made in China” e questo lo fa risparmiare notevolmente?”, replicano i commentatori sui media. Ma la palla rimbalza e Trump risponde: “Quand’è stata l’ultima volta che qualcuno ha vinto contro la Cina in un accordo commerciale? Loro ci ammazzano. Io invece batto sempre la Cina”. Per i diplomatici, il commercio internazionale e un dare e avere tra due Paesi. Per Trump è una competizione vinci-o-muori. Questo è stato il commento di alcuni organi di stampa.

“Il libero commercio può essere meraviglioso se ci sono persone intelligenti. Ma noi abbiamo persone stupide (alla Casa Bianca Ndr)”. Sui giornali hanno scritto: “Ci saranno Ivanka e Donald Jr. al tavolo delle trattative con Pechino?”.
“Gli Stati Uniti inviteranno El Chapo, il Signore messicano della droga fuggito dal carcere, a diventare cittadino USA, perché i nostri leader non sanno dire di no!”. Com’è stata accolta questa sua battuta? Così: “Questo è tipico di Donald Trump. È dotato di un senso dell’umorismo splendido, humor da presidente”.

“Costruirò un grande muro—e nessuno costruisce muri neglio di me, credetemi—e lo costruirò a prezzo stracciato. Costruirò questo muro sul confine Sud degli Usa e farò pagare quel muro al Messico. Segnatevi quello che dico”. E i commenti sui media americani esplodono, ironizzando: “”Nessun costruisce muri meglio di Trump! È lui che trascorre ore al sole cocente con le mani in pasto facendo l’operaio? O lo fanno i lavoratori come quel manovale messicano che lui stesso offende e denigra e che ora è diventato virale su Youtube?”

E ancora: “Quando il Messico manda qui la sua gente, non manda certo quella migliore, quelli con tanti problemi e quei problemi diventano nostri. Portano droga. Portano criminalità. Sono stupratori. E alcuni di loro, suppongo, è brava gente”. Ma i dati dimostrerebbero altro: "Nel 2013, il 9% delle violenze sessuali viene attribuito ai Latinos, che rappresentano il 17% della popolazione Usa. Un dato basso per gli analisti. I bianchi si aggiudicano il 71% degli stupri, e rappresentano il 63% dell’intera popolazione”, si legge sulla stampa Usa.  

Vai a capire a chi piace Donald Trump. Ai criminali bianchi? Ai Wasp? Eppure lui è convinto di piacere anche ai messicani stessi: “Gli ispanici mi ameranno”, ha detto convinto. Ne è proprio convinto? E i suoi commenti sulle varie etnie non finiscono qui: “Il nostro presidente afro-americano non ha avuto un impatto positivo sui delinquenti che stanno distruggendo Baltimora! Non vi preoccupate, lui ha tendenze razziste anche quando si tratta di afro-americani”. E rincara la dose contro i neri: “La pigrizia è un tratto dei neri… i neri che contano i miei soldi. Non lo sopporto!”. Questa affermazione è scritta in un libro su Trump scritto dall’ex presidente del Trump Plaza Hotel e del casinò, John R. Donnell, attribuendo la frase a Trump che l’avrebbe detta a uno dei suoi commercialisti neri.  E avrebbe aggiunto: “Gli unici che possono contare i miei soldi sono gli uomini piccoli e bassi che indossano ogni giorno la kippah”.

Insulta per appartenenza religiosa e offende le donne. Ma non esprime apprezzamento neanche per chi è nei Palazzi del potere economico. “Se non riesci a diventare ricco facendo accordi con i politici c’è qualcosa in te che non va”.

Però, il suo buon cuore difende la scolarizzazione in casa sua, piuttosto che in zone di guerra del medioriente, per esempio: “Costruiamo una scuola, costruiamo una strada, bombardano una scuola e noi ne costruiamo un’altra, e poi costruiamo un’altra strada che loro distruggono con le bombe, e noi la costruiamo ancora una volta...e nel frattempo non riusciamo ad avere una ca@@o di scuola a Brooklyn!”. E “abbiamo appena raggiunto un accordo di pace sul nucleare in Iran. Secondo voi è prudente eleggere qualcuno che parla così della presenza militare in Medioriente?”

“Uno dei problemi principali di oggi è che la politica è una disgrazia, tant’è che le persone perbene non vanno al governo”, tuona Donald Trump. “Non ce lo dire a noi”, scrivono i media americani.

Ma nonostante venga dipinto come ridicolo, assurdo, il vecchio con la parrucca, l’ammaliatore di giovani e belle donne, il Rockerduck di ieri e di oggi sta conquistando terreno nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti…e Frank Sinatra avrebbe cantato alla Convention Repubblicana “That’s Why the Lady is a …Trump”. 
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