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MONDO

Il voto nelle regioni separatiste

Mosca pronta a riconoscere il voto dei ribelli. Mogherini chiede a Lavrov di ripettare gli accordi

Il voto fissato per il prossimo 2 novembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk minaccia il processo di pace fa sapere il portavoce del presidente ucraino Poroshenko

Elezioni in Ucraina (AP)
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Mentre si attende il risultato delle elezioni in Ucraina, scoppia il caso sul voto nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk dove i ribelli hanno convocato autonome elezioni per il possimo 2 novembre. Elezioni, queste ultime, che minacciano il processo di pace avviato con il memorandum di Minsk, secondo quanto riferisce il portavoce del presidente Poroshenko. Mosca invece fa sapere di essere pronta a riconoscerne il risultato. Nel tardo pomeriggio è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano, futuro Alto rappresentante dell'Ue per la politica Estera che ha chiesto a Lavrov di rispettare gli accordi di Minsk.

Intanto uno scambio di prigionieri è avvenuto oggi tra le forze di Kiev e i separatisti. Sono state liberate 15 persone: sette pro-Kiev e otto filorussi. Lo scambio è stato confermato dal presidente Poroshenko.

Mosca riconoscerà le elezioni dei ribelli del 2 novembre 
Mosca fa sapere che riconoscerà i risultati delle elezioni convocate dai ribelli filorussi: lo ha annunciato il ministro degli esteri, Serghiei Lavrov, in un'intervista a Izvestia. "Speriamo che le elezioni si tengano come convenuto - spiega Lavrov - speriamo che il popolo possa esprimersi liberamente e che non sia perturbato dall'esterno. Noi riconosceremo il risultato". 

Kiev: voto separatista minaccia la pace
Il voto separatista fissato per il prossimo 2 novembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk minaccia il processo di pace. Lo ha detto Sviatoslav Tsegolko, portavoce del presidente ucraino Petro Poroshenko, citato dall'agenzia Ria Novosti, in risposta all'annuncio di Mosca di voler riconoscere anche le elezioni dei ribelli. Le "pseudo-elezioni" nelle regioni separatiste - ha dichiaratoTsegolko - "non saranno mai riconosciute dal mondo civile" e "non hanno niente a che vedere con il protocollo di Minsk" ma al contrario ne "violano in modo rozzo lo spirito".
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