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ECONOMIA

Unione Europea

CONFINDUSTRIA, SQUINZI LANCIA IL PATTO EUROPEO PER LA CRESCITA

Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi lancia il suo manifesto per le Europee. Non solo Fiscal, ma Industrial Compact: basta rigore, ora necessario puntare alla crescita. E avverte Renzi: ''alleati leali se punta a sviluppo e occupazione''

Giorgio Squinzi Presidente Confindustria
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''Candidati all'altezza del ruolo e della sfida che li aspetta': questo il monito alla politica del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in occasione della presentazione del manifesto degli industriali per le Europee. Necessarie le scelte del rigore per tutelare la stabilità dei bilanci dei Paesi dell'Unione, ma ora - secondo il leader di Viale dell'Astronomia- è necessario integrarlo con la crescita per rilanciare l'occupazione, che resta una piaga in tutto il Vecchio Continente.

Non solo Euro
L'Europa attraversa la più grave crisi di fiducia che abbia conosciuto - sottolinea Squinzi - e disagio e povertà alimentano nuove incomprensioni e vecchi pregiudigi. E' invece necessario, a suo avviso, premere l'acceleratore su una nuova integrazione per respingere ogni forma di populismo. Presidente degli industriali che difende quindi la strategia della moneta unica, perchè ha portato alla stabilità dei prezzi, agevolando il commercio e gli scambi di mercato, ma Moneta e Rigore non possone essere dei dogma altrimenti le spinte antieuropee rischiano di prendere in sopravvento. 

Un Patto europeo per l'industria
Squinzi invita quindi a unire le forze d'impresa per un vero e proprio Industrial Compact in grado di sostenere il rilancio dell’economia reale e di puntare all’obiettivo di un Prodotto interno lordo al 20% entro il 2020 e indica 10 priorità per un’Europa della crescita in vista delle prossime elezioni.

Sostegno al governo per la crescita
Quindi non dimentica di sollecitare il governo sul fronte di sviluppo e competitività, rinnovando il suo leale sostegno se questa è la strada che ha intenzione di percorrere. L’obiettivo – conclude – è quello di crescere al 2% per fa scendere la disoccupazione ora al 13%.
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