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MONDO

Anche il Canada pronto a misure economiche

Ucraina, l'Ue vara le sanzioni. Gli Usa: funzionari di Kiev nella black list

Vertice d'emergenza a Bruxelles tra i ministri degli Esteri dell'Unione. Missione nella capitale in fiamme: incontro-fiume tra il francese Fabius e Ianukovich

Un momento del vertice di Bruxelles
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L'Unione europea, "inorridita e profondamente sgomenta" dal bagno di sangue a Kiev, ha deciso che applicherà "sanzioni mirate" contro i "responsabili delle violazioni dei diritti umani, della violenza e dell'uso eccessivo della forza". E' previsto il congelamento dei beni, il bando dei visti di viaggio e il blocco delle licenze di export dei "materiali per la repressione" dalla Ue verso l'Ucraina. L'Europa considera Ianukovich "il primo responsabile della situazione", ma non è ancora detto che sarà colpito direttamente, per ora. Per una volta però la Ue si mostra compatta e reattiva, mentre gli Usa hanno già inserito un primo gruppo di venti funzionari ucraini nella lista nera dei loro visti. E la Casa Bianca, "indignata per l'uso delle armi da fuoco" della polizia e dei "berkut", torna a chiedere al presidente ucraino "il ritiro immediato" delle forze di sicurezza, si dice pronta a individuare a colpire i responsabili dei massacri.

I tentativi di dialogo con Mosca
Mossa parallela, quella europea. L'applicazione delle sanzioni Ue sarà decisa in base agli sviluppi sul campo. Nelle conclusioni del Consiglio esteri straordinario che si è tenuto a Bruxelles non è indicato alcun nome, la lista sarà fatta dai gruppi di lavoro che incroceranno i dati a disposizione. Non è escluso che ci possa entrare anche il nome di qualche leader estremista, come chiesto apertamente da molti Paesi, come Olanda e Danimarca. La gradualità dell'azione è però importante, come aveva sottolineato Emma Bonino arrivando alla riunione, "perché la crisi sarà lunga". Così come per l'Europa è "inevitabile", ha sottolineato il capo della Farnesina, mantenere un dialogo con Mosca "magari fermo e duro" ma pur sempre un dialogo, "perché la priorità è evitare che esploda il Paese". Ma la strada è in salita. Un giornalista della tv russa in conferenza stampa chiede alla Ashton se la Ue non si senta responsabile di aver fomentato gli scontri, fa un parallelo con la Bosnia e chiede perché due pesi e due misure.

Tensioni a Bruxelles
La Ashton respinge tutto con indignazione: "Sono stata io a Maidan, sono stata lì e ho visto che erano manifestazioni pacifiche e che cosa faceva la polizia". I 28 hanno trovato l'unanimità in poco meno di tre ore, facendo scattare la macchina giuridica, mentre tre di loro, il francese Fabius, il tedesco Steinmaier e il polacco Sikorski sono a Kiev nella missione "in nome e per conto della Ue" chiesta dalla "ministra degli Esteri" europea Catherine Ashton. I tre hanno avuto una serie di incontri con Ianukovich, il primo addirittura di cinque ore, e con i tre leader dell'opposizione "moderata" di cui la Ashton ha riferito gli esiti durante il Consiglio. E' stato deciso che i tre resteranno a Kiev. "Un segnale positivo", osservano fonti europee. Ma Sikorski twitta immagini di una Kiev in fiamme, in cui lo stesso Ianukovich è costretto a spostare la sede dell'incontro per non restare intrappolati negli scontri.
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