MONDO
Slovyansk
L'ultimo reportage di Rocchelli: una storia sulle famiglie costrette a nascondersi nelle cantine
Il lavoro del fotoreporter italiano ucciso era stato pubblicato sul periodico russo 'Novaya Gazeta' su cui scriveva anche Anna Politovskaya. Un articolo era firmato dal suo interprete, l'attivista russo Andrei Mironov, anche lui ucciso nell'agguato
Slovyansk
E' stato pubblicato lunedì scorso sul bisettimanele russo Novaya Gazeta, il giornale indipendente per cui lavorava Anna Politovskaya, l'ultimo reportage di Andrea Rocchelli dall'est dell'Ucraina, una storia sulle famiglie costrette a nascondersi nelle cantine per sfuggire ai combattimenti in corso nella zona. Ad accompagnare le immagini scattate dal fotoreporter italiano ucciso ieri a Slovyansk, un articolo firmato dal suo interprete, l'attivista russo Andrei Mironov, anche lui vittima dell'agguato.
Nascosti in cantina
Fra le persone intervistate, ci sono Vladimir e Nadezhda Karnauk, residenti nel quartiere di Slovyansk di Mymovka teatro dallo scorso due maggio degli scontri fra le opposte fazioni. I due sono riusciti a portare fuori da Slovyansk i loro cinque figli minori, ospiti di parenti, ma gli altri si nascondono nella cantina. Ludmila e Sergei Kushchovy invece hanno preso in affido dieci ragazzi. Non si sono ancora trovati al centro di combattimenti, ma hanno completato il loro rifugio sotterraneo e insegnato ai bambini come usare i sacchi di sabbia per spegnere eventuali incendi, e la pala per smuovere un blocco.
"Rimaniamo qui perchè siamo dei separatisti"
"Vediamo la televisione ucraina e sentiamo cosa dicono di noi. Non abbiamo accesso ad altre informazioni. Mentono, dicono che tutti hanno lasciato la città, che se rimaniamo qui è perchè siamo dei separatisti", denuncia Ludmilla sottolineando la difficoltà di vedere i militari ucraini "che ci sparano contro, a noi che siamo ucraini". "Vogliamo che ci vedano, siamo persone che vogliono la pace. Non siamo bestie. Non abbiamo bisogno di essere isolati da filo spinato", aggiunge.
La testimonianza di Andrei
"Abbiamo iniziato a parlare con loro, gli abbiamo chiesto, ma chi siete. Ci hanno risposto, 'siamo qui per difendere il presidente'. Io ho detto, 'non c'è nesun presidente qui, ci sono solo civili. Cosa state facendo contro di noi? Abbiamo parlato con loro, e mentre lo facevamo i cecchini erano schierati pronti a colpirci. Ci mentivano, ci volevano colpire", ha testimoniato Andrei. Il 51 per cento della proprietà di Novaya Gazeta è dei giornalisti che ci lavorano, il 49 per cento di Aleksansdr Lebedev, che controlla anche l'Independent e l'Evening Standard, e dei suoi soci.
Nascosti in cantina
Fra le persone intervistate, ci sono Vladimir e Nadezhda Karnauk, residenti nel quartiere di Slovyansk di Mymovka teatro dallo scorso due maggio degli scontri fra le opposte fazioni. I due sono riusciti a portare fuori da Slovyansk i loro cinque figli minori, ospiti di parenti, ma gli altri si nascondono nella cantina. Ludmila e Sergei Kushchovy invece hanno preso in affido dieci ragazzi. Non si sono ancora trovati al centro di combattimenti, ma hanno completato il loro rifugio sotterraneo e insegnato ai bambini come usare i sacchi di sabbia per spegnere eventuali incendi, e la pala per smuovere un blocco.
"Rimaniamo qui perchè siamo dei separatisti"
"Vediamo la televisione ucraina e sentiamo cosa dicono di noi. Non abbiamo accesso ad altre informazioni. Mentono, dicono che tutti hanno lasciato la città, che se rimaniamo qui è perchè siamo dei separatisti", denuncia Ludmilla sottolineando la difficoltà di vedere i militari ucraini "che ci sparano contro, a noi che siamo ucraini". "Vogliamo che ci vedano, siamo persone che vogliono la pace. Non siamo bestie. Non abbiamo bisogno di essere isolati da filo spinato", aggiunge.
La testimonianza di Andrei
"Abbiamo iniziato a parlare con loro, gli abbiamo chiesto, ma chi siete. Ci hanno risposto, 'siamo qui per difendere il presidente'. Io ho detto, 'non c'è nesun presidente qui, ci sono solo civili. Cosa state facendo contro di noi? Abbiamo parlato con loro, e mentre lo facevamo i cecchini erano schierati pronti a colpirci. Ci mentivano, ci volevano colpire", ha testimoniato Andrei. Il 51 per cento della proprietà di Novaya Gazeta è dei giornalisti che ci lavorano, il 49 per cento di Aleksansdr Lebedev, che controlla anche l'Independent e l'Evening Standard, e dei suoi soci.