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MONDO

La nota del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso

Vaticano: "Leader arabi fermino la barbarie in Iraq"

Massacri, crocifissioni, esodo forzato di cristiani e yazidi. Una tragedia umanitaria, quella che si sta consumando in Iraq. Dal Vaticano arriva l'invito urgente ai leader arabi perchè condannino una barbarie che non si può nascondere dietro l'alibi della religione

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Città del Vaticano I jihadisti puntano verso il Kurdistan, i palazzi del potere del potere sono invasi dal caos: al Maliki rifiuta di riconoscere il nuovo premier nomitato dal presidente Masud - lo sciita al Abadi - gettando ombre sul nuovo esecutivo che come obiettivo ha quello di unire sciiti e sunniti contro il comune nemico, lo Stato Islamico, che sta decimando le minoranze irachene.

"Una barbarie", la chiama così il Vaticano,  che si nasconde dietro l'alibi della religione per giustificarla. E' chiarissima e molto dura la nota che Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, guidato dal cardinale Jean-Louis Tauran, scrive per chiedere ai leader arabi e musulmani di condannare i crimini che stanno avvenendo il Iraq. "Altrimenti - si legge - che credibilità avranno le religioni, i loro seguaci e i loro capi? Quale credibilità potrebbe avere ancora il dialogo interreligioso pazientemente perseguito questi ultimi anni?".

Nel testo il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso richiama la storia. "Il Califfato che lo Stato Islamico vuole restaurare è quello abolito il 29 ottobre del 1923 da Ataturk, fondatore della Turchia moderna. In nome di questo califfato - continua la nota - sono state compiute pratiche indegne dell'uomo: massacri, decapitazioni, crocifissioni e la sabaya, il rapimento delle donne come bottino di guerra. E l'imposizione alla minoranze, cristiani e yazidi, di convertirsi all'Islam, pena la morte o l'espulsione".
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