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MONDO

Canada

Huawei, arrestata su mandato Usa la direttrice finanziaria: è crisi diplomatica

Meng Wanzhou è la figlia del fondatore della società: è stata arrestata a Vancouver il primo dicembre per presunte violazione delle sanzioni nei confronti dell'Iran

Meng Wanzhou Cfo Huawei (Ansa/Maxim Shipenkov)
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 Su richiesta degli Stati Uniti, che ne hanno chiesto l'estradizione per sospette violazioni delle sanzioni contro l'Iran, le autorità canadesi hanno arrestato a Vancouver la chief financial officer di Huawei, Meng Wanzhou, che ricopre anche il ruolo di vice presidente del board del gruppo di Shenzhen.

L'arresto di Meng, che è anche la figlia del fondatore del gruppo, Ren Zhengfei, ex ingegnere dell'Esercito di Liberazione Popolare cinese, è stato confermato al quotidiano canadese The Globe and Mail dal portavoce del Ministero della Giustizia canadese, Ian McLeod. Risale al primo dicembre scorso, lo stesso giorno in cui il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si incontrarono a margine del G20 di Buenos Aires per raggiungere una tregua sulle tensioni sul commercio che dividono Cina e Stati Uniti.
 
Meng è ora in attesa dell'udienza, prevista per la giornata di domani. L'arresto è già un caso diplomatico e il timore che faccia naufragare i tentativi di distensione tra Usa e Cina ha affossato i mercati.     

L'ambasciata cinese a Ottawa ha inoltrato una protesta formale nei confronti di Canada e Usa, e ha sottolineato che Meng "non ha violato leggi statunitensi o canadesi". Questo tipo di azioni, prosegue la nota, "danneggiano gravemente i diritti umani della vittima" e quindi l'ambasciata cinese chiede a Usa e Canada di "correggere immediatamente" l'errore e di rimettere in libertà la Cfo di Huawei.

In un segno tangibile dell'irritazione cinese, l'ambasciatore Lu Shauye ha annullato all'ultimo minuto e senza fornire spiegazioni la sua audizione di oggi alla commissione Affari Esteri della Camera dei Comuni, uno dei rami del parlamento di Ottawa.     
 
Il gigante cinese delle telecomunicazioni in una nota dai toni moderati parla di "accuse non specificate" nei confronti della sua dirigente, e si dice "non al corrente di alcun illecito commesso da Ms. Meng", confidando nel fatto che "i sistemi legali di Canada e Stati Uniti raggiungeranno una giusta conclusione" sul caso. Ad aprile scorso, il Wall Street Journal aveva anticipato che il gruppo era sotto osservazione da parte del Dipartimento americano della Giustizia per possibili violazione delle sanzioni nei confronti dell'Iran.

La notizia dell'arresto di Meng ha accolto al ritorno in Cina da un lungo tour il presidente Xi Jinping, giunto a Pechino nella tarda mattina di oggi: proprio ieri, a Lisbona, Xi aveva presenziato alla firma di 17 accordi di cooperazione bilaterale tra Cina e Portogallo, tra cui uno relativo allo sviluppo delle reti 5G nel Paese, in cooperazione tra Huawei e la multinazionale Altice.

La donna cinese più potente nel settore tech
Nel mondo occidentale la conoscono come 'Sabrina' o 'Cathy', in Cina come la 'Principessa di Huawei', Meng Wanzhou è considerata la donna più potente del settore tecnologico cinese. Quarantasei anni, laureata all'Università di Huazhong di Scienze e Tecnologie, è prima figlia dell'ex vicedirettore del genio militare cinese che, nella seconda parte della sua vita, decide di fondare Huawei, creando un colosso mondiale delle tlc che oggi detiene la seconda più grande fetta del mercato mondiale degli smartphone. Una vita avvolta dal riserbo; da oltre 20 anni lavora in Huawei, Sabrina o Cathy avrebbe tutti i numeri per succedere al padre il quale tuttavia ha spesso detto che nessuno dei figli sarebbe in grado di prendere il suo posto. Entrata in Huawei a 21 anni (nel 1993), Wanzhou è stata promossa a direttore finanziario di Huawei nel 2018. Come tradizione delle élite cinesi utilizza il cognome della madre, Meng Jun, così come il fratello Meng Ping. Cognome diverso anche per la sorellastra, Annabel Yao, 21 anni, studentessa ad Harvard nei giorni scorsi tra le partecipanti del ballo delle debuttanti di Parigi.

Lagarde: si rispetti giustizia
Christine Lagarde, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, non vuole "mettere nello stesso cestino" il caso Huawei e "la determinazione" dei presidenti di Usa e Cina a risolvere le loro dispute commerciali. Dopo la conferma dell'arresto della direttrice finanziaria del colosso cinese, Lagarde ha voluto sottolineare quanto osservato nell'ambito del G20 di venerdì e sabato scorsi a Buenos Aires. "Non ero alla cena" tra Donald Trump e Xi Jinping, nella quale è stata decisa una tregua commerciale di 90 giorni, "ma al summit li ho visti agire. C'è desiderio di lavorare insieme, andare avanti, risolvere questioni. Questo era molto chiaro". Peccato che l'arresto di Meng Wanzhou abbiano riacceso i timori sulla tenuta di quella tregua, come dimostrato dal crollo degli indici a Wall Street.

In merito a Meng, di cui gli Usa vogliono l'estradizione dal Canada per presunta violazione di sanzioni legate all'Iran, Lagarde ha detto: "Se un individuo viola leggi...per fortuna c'è un sistema giudiziario, che va rispettato". È proprio nella Giustizia che Huawei confida: "I sistemi giuridici canadese e americano alla fine raggiungeranno una conclusione giusta", aveva commentato ieri il gruppo sostenendo di avere rispettato le leggi, incluse "quelle relative a sanzioni Onu, Usa e Ue" e di non essere a conoscenza di errori commessi dalla top manager.
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