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ECONOMIA

Economia digitale

"I Dialoghi di Trani", Boccia sulla web tax: accelerare nella tassazione dell'industria digitale

Due le questioni principali da dirimere: ' Dove tassare? ' e ' Cosa tassare? ' Si vuole porre fine ad una elusione fiscale di decine di miliardi di euro di cui godono i colossi del web

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di Tiziana Di Giovannandrea Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, rilancia sulla Web Tax, cioè sulla tassazione per le multinazionali che operano in rete e realizzano profitti in vari paesi del mondo ma non pagano imposte e tasse nello stato in cui guadagnano.

"Non deve essere più possibile consentire a una multinazionale di decidere dove avere la residenza fiscale. Le tasse si pagano nei paesi in cui si fa business". Questa è una delle proposte sull'economia digitale avanzate da Trani, dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, nell'ambito della manifestazione "I dialoghi di Trani".

"Il primo punto - ha detto - relativo alla web tax, che ci consente di chiudere la vicenda è legato alla non stabile organizzazione. E quindi, una volta per tutte, deve essere superato il concetto di non stabile organizzazione. Tutte le multinazionali - ha spiegato - devono avere stabile organizzazione nei Paesi in cui fanno business. Basterebbe questa scelta dell'Europa - ha sottolineato Boccia  che da tempo si batte per l'introduzione della Web Tax - per risolvere una volta per tutte il problema della Web Tax".

Un'altra proposta avanzata da Boccia relativa alla economia digitale è quella della portabilità dei dati. "I nostri dati - ha detto - devono essere nostri. Non possono essere di Apple o di Facebook. La battaglia che in questo momento la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sta iniziando a fare - ha ribadito - va sostenuta e noi italiani dobbiamo essere in prima linea, perché consentire a ogni essere umano di portarsi i propri dati ovunque, garantisce la vera libertà rispetto alle multinazionali sulla rete".

Perplessità sono state, poi, espresse dal presidente della Commissione Bilancio della Camera sul sistema pubblico di identità digitale, il c.d. Spid. "In questo momento - ha detto Boccia - è gestito da aziende private e personalmente ho qualche dubbio sulla necessità, sulla opportunità che nostri dati sensibili possano essere gestiti da aziende che hanno interessi diversi dallo Stato. C'è la necessità di avere un cloud pubblico. Anche il pubblico - ha ricordato Boccia - utilizza cloud privati e questo è preoccupante per la sicurezza e per la privacy". 

Ulteriore passo in avanti nell'offensiva contro i colossi del web che aggirano il fisco in ambito europeo verrà fatto venerdì a Tallin nella riunione per il 'digital summit ' con lo scopo di giungere ad una posizione comune da presentare alla riunione di dicembre dell'Ecofin. 
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