SPORT
Dopo la sentenza del Tribunale di Bolzano
World Athletics: per Alex Schwazer niente Giochi di Tokyo, stop fino al 2024
La Federazione mondiale: "Rifiutiamo l'intento di minare la decisione del Tas". L'allenatore, Sandro Donati: "In due mesi Alex sarà difficile da battere"
"Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell'atleta o di altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tas", sottolinea la nota.
Nel giro di poche ore ritorna il buio per Alex Schwazer, pronto a tentare la marcia su Tokyo. Il tribunale di Bolzano gli aveva finalmente dato ragione. Le accuse di doping che gli costarono la partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016 sono cadute. Il complotto, secondo il gip Walter Pelino, c'è stato, forse per colpire il suo allenatore, Sandro Donati, da sempre in prima linea contro le scorciatoie illecite nello sport.
A 36 anni, il marciatore di Vipiteno, ex fidanzato di Carolina Kostner e sposato con Kathrin Freund, da cui ha avuto la piccola Ida, si scopre vittima e non carnefice, come era stato a lungo dipinto per quella concentrazione del Dna nelle sue urine da subito apparsa quantomeno anomala.
Tirate in ballo, per questa storia torbida e dunque ancora da chiarire in dinamiche e dettagli, sono le massime istituzioni mondiali dell'antidoping e dell'atletica, ovvero Wada e World Athletics (ancora Iaaf all'epoca dei fatti).
La Wada, su Twitter, si dice inorridita da "accuse sconsiderate e infondate", minacciando azioni legali per rispedire al mittente i sospetti. Ma di "antidoping controllato politicamente" parla senza troppi giri di parole lo stesso Sandro Donati, capace al contempo di guardare anche al futuro immediato. "Alex Schwazer alle Olimpiadi di Tokyo? Con il poco allenamento che ha fatto già in Italia non lo batterebbe nessuno, se si risolve la faccenda a livello politico e lui può rientrare con un paio di mesi di allenamento lo metterei nella condizione che sarebbe molto difficile batterlo anche a livello mondiale", ha detto.
Al fianco dell'altoatesino si è schierato il presidente del Coni Giovanni Malagò: "Come ho sempre sostenuto in questi anni, le sentenze non si commentano ma si rispettano. Al limite, quando non piacciono, si impugnano. Sono sinceramente dispiaciuto per quanto hanno vissuto in questi anni Alex Schwazer e quanti gli sono stati vicini, a cominciare da Sandro Donati. A tutti loro va la mia personale solidarietà e vicinanza". Schwazer ha vinto la sua battaglia, ora il sogno di conquistare il pass per Tokyo potrebbe diventare realtà.