50 mila infradito, così le Seychelles sono sepolte dai rifiuti e minacciate dall'oceano che si alza
L'intervista esclusiva del presidente Faure ad Associated Press che denuncia: "Basta scarica barile, è ora di agire." Tra le note positive l'efficacia della conservazione della biodiversità nelle aree marine protette
Il presidente delle Seychelles avverte che non c'è più tempo per lo scarica barile nella lotta ai cambiamenti climatici e sollecita le maggiori nazioni a fare di più. In un'intervista esclusiva all'Associated Press il presidente Danny Faure lamenta che le piccole nazioni insulari come la sua sono le meno responsabili del problema ma le più vulnerabili all'innalzamento del livello del mare.
"La scienza parla chiaro," dice, "Gli scienziati hanno parlato. Lo sappiamo tutti che abbiamo un problema. Ciò che serve è un'azione globale responsabile ". All'inizio di quest'anno Faure aveva tenuto un discorso molto evocativo da un sommergibile centinaia di metri sotto la superficie dell'Oceano Indiano per evidenziare la fragilità di uno dei gli ecosistemi meno esplorati del mondo dicendo che il momento di agire sui cambiamenti climatici è ora.
Faure ha recentemente visitato la Nekton-Mission, una compagnia britannica, che all'inizio di quest'anno ha trascorso sette settimane a esaminare le acque delle Seychelles. La nazione insulare che conta meno di 100.000 abitanti ma è meta di milioni di turisti ogni anno da tutto il mondo, è sulla buona strada per proteggere quasi un terzo delle sue acque entro il prossimo anno, una superficie di mare più estesda della Germania.
L'aumento della temperatura dell'acqua sta già sbiancando le barriere coralline delle Seychelles. Un'altra minaccia è la sempre maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi. Anche i rifiuti di plastica rappresentano un problema. Il patrimonio mondiale dell'UNESCO di Aldabra, un importante sito di nidificazione delle tartarughe, riceve cumuli di rifiuti di plastica trasportati sulle onde. "Abbiamo raccolto 25.750 chilogrammi di detriti marini, tra cui 50.000 infradito," spiega Faure, "Questo dato da solo dimostra la quantità di inquinamento causato dai rifiuti in mare in uno dei luoghi che dovrebbero essere incontaminati."
Nella missione Nekton, gli scienziati dell'Università di Oxford hanno passato in rassegna lo stato della vita subacquea, mappato vaste aree del fondo marino e si sono avventurati in profondità con sommergibili con e senza equipaggio. Presenteranno i risultati delle loro ricerche in occasione di un vertice sullo stato del Oceano Indiano nel 2022.
Il ricercatore Paris Stefanoudis racconta di aver visto "un'incredibile biodiversità e abbondanza di pesci, specialmente nelle aree protette come Aldabra, il che dimostra che le aree marine protette funzionano quando vengono implementate." L'assistente di ricerca Nico Fassbender dal canto suo sostiene che la politica delle delle Seychelles per la protezione delle sue acque, nonostante la pressione dei rifiuti, sta funzionando. "Si riflette nel pesce. Non solo per le quantità che vediamo, maggiori che sulle isole non protette, ma anche perché ci sono pesci più grandi, e questo dato ci dice che l'ecosistema è più sano."
Faure dice di essere fiducioso che le conclusioni degli scienziati daranno alla comunità internazionale la spinta necessaria per mettere finalmente sotto tutela le aree marine.