Il fratellastro di Kim Jong-un ucciso in Malaysia con uno spray velenoso
Kim Jong-nam, fratello maggiore del leader nordcoreano Kim Jong-un, è stato assassinato in Malesia
Come quella di tutti i componenti della famiglia che governa la Corea del Nord da tre generazioni, anche la vita di Kim Jong-nam, fratellastro del dittatore Kim Jong-un, è avvolta dal mistero. E probabilmente saranno a lungo ignote anche le circostanze della morte. Avvenuta, sembra, lunedì mattina in Malaysia, per mano di due donne, forse agenti nordcoreane, e poi si sono dileguate nella folla dell'aeroporto di Kuala Lumpur.
Kim Jong-nam sarebbe stato attaccato con uno spray chimico velenoso. Lo riferisce la polizia della Malaysia riportando
quanto raccontato dalla stessa vittima, che si è rivolta a un desk di informazioni cercando assistenza medica perché diceva di provare forti dolori. Kim Jong-un è morto poco dopo durante il trasporto verso l'ospedale.
Il capo della polizia responsabile della zona aeroportuale, il vice commissario Abdul Aziz Ali, ha dichiarato che un uomo sulla quarantina si è sentito male ed è stato trasferito d'urgenza in ospedale, ma che è poi deceduto durante il tragitto. Solo in un secondo momento sarebbe stato riconosciuto come il fratello maggiore, per parte di padre, del leader della Corea del Nord Kim Jong-un.
Si tratta del secondo caso di morte di un'alta personalità della famiglia Kim, al potere da 70 anni circa, dopo l'esecuzione di dicembre 2013 di Jang Song-thaek, zio del leader attuale, una volta suo tutore e numero due del regime.
Frutto del matrimonio tra Kim Jong-il e la prima concubina, l'attrice Song Hye-rim morta a Mosca nel 2002, Kim Jong-nam era emigrato in Cina nel 1995, dopo un inizio di carriera molto brillante, a soli 24 anni era già generale dell'esercito di Pyongyang. Studi in Svizzera, praticamente bilingue (parlava il francese com il coreano), a lungo era stato considerato il "delfino" destinato a raccogliere dal padre il testimone alla guida del regime, perlomeno fino al 2001. Poi, il carattere ribelle e i tanti viaggi all'estero non hanno giocato a suo favore nella linea dinastica. In particolar modo non piacque al padre il goffo tentativo di raggiungere il Giappone a maggio 2001 con un passaporto falso dominicano con lo scopo di passare un weekend a Disneyland. Da lì la decisione di rifugiarsi a Macao e di iniziare una vita lontano dalla Corea del Nord. Sembra che vivesse nel lusso, con la terza moglie, ma che avesse paura di essere assassinato anche a causa delle critiche poco velate rivolte al regime controllato dalla famiglia. In numerose interviste ai media giapponesi si era detto a favore di riforme, certo non apprezzate dal fratello minore. Aveva anche detto di non avere interesse alcuno a governare il suo paese. "Personalmente sono contro la successione di terza generazione", dichiarava alla Tv giapponese Asahi nel 2010, prima che Kim Jong-un prendesse il potere succedendo al padre. Aggiungendo però: "Spero che mio fratello minore faccia del suo meglio per il bene e la prosperità del popolo nordcoreano".