Clima. Ecco come le potenze industriali stanno trasformando il Bangladesh in una bomba al carbone
Un rapporto rivela i piani di Cina, Regno Unito, Giappone e India per trasferire in Bangladesh, che ha fame di energia, le centrali a carbone.
L'immagine di questi lavoratori che scaricano a mani nude il carbone da un cargo ormeggiato a Gabtoli alla periferia di Dhaka portandolo a terra su gerle di vimini appoggiate sul capo la dice lunga sulla dipendenza del Bangladesh dall'energia fossile. Una dipendenza confermata da un rapporto redatto da un gruppo di associazioni ambientaliste appena pubblicato.
Secondo questo rapporto il progetto del Bangladesh di aumentare la produzione di energia da carbone peggiorerà in modo significativo il riscaldamento globale in una nazione già pesantemente colpita dalle crisi climatiche, dalle inondazioni ai cicloni. Circa il 3% dell'energia del Paese proviene già dal carbone, ma i piani del governo per la costruzione di 29 nuove centrali a carbone nei prossimi venti anni faranno salire questo dato al 35%, in quello che il rapporto definisce come una evidente minaccia per l'ambiente.
"Abbiamo ormai superato il punto in cui anche una sola nuova centrale a carbone può essere considerata compatibile con gli obiettivi climatici di Parigi", spiega Julien Vincent, direttore esecutivo del gruppo ecologista australiano Market Forces, che ha pubblicato il rapporto in collaborazione con un movimento internazionale per il clima chiamato 350.org, "Semplicemente non c'è modo di considerare l'espansione del carbone compatibile con gli impegni per limitare il riscaldamento globale a +1,5 gradi centigradi." In base all'accordo di Parigi, 200 paesi hanno concordato un patto globale vincolante per ridurre i gas serra e mantenere gli aumenti della temperatura globale "ben al di sotto" di 2 gradi.
Secondo le Nazioni Unite, quasi un bambino su tre in Bangladesh è a rischio di catastrofi legate ai cambiamenti climatici. Le inondazioni di quest'anno nel Paese hanno ucciso almeno 60 persone e sfollato quasi 800.000 persone. Il Bangladesh è vulnerabile alle conseguenze dell'aumento delle temperature globali, tra cui condizioni meteorologiche estreme e innalzamento del livello del mare. Nel 2016, il paese ha dichiarato che avrebbe ampliato il proprio settore carbonifero per soddisfare le crescenti esigenze energetiche, ma il rapporto sostiene che c'era ancora tempo per cambiare rotta poiché la maggior parte degli impianti erano ancora solo sulla carta. Quello che sta succedendo, sostiene lo studio, è che i paesi sviluppati che stanno abbandonando il carbone si trasferiscono progressivamente in nazioni con standard ambientali meno rigorosi.
Il Bangladesh sta per trasformarsi in una bomba a carbone entro il 2041 con 29 mega progetti di energia a carbone, sponsorizzati da Cina, Regno Unito, India, Singapore, Malesia e Giappone, in fase di attuazione. Le centrali elettriche al carbone se realizzate rilasceranno 4.600 milioni di tonnellate di anidride carbonica nei 40 anni di vita degli impianti, il 20% in più di emissioni rispetto al Giappone, che produce gran parte della sua energia dal carbone. "Cina, India, Giappone e Regno Unito stanno perseguendo una politica di investimento aggressiva in Bangladesh per promuovere il consumo di carbone", ha dichiarato il direttore esecutivo della TIB (Transparency International Bangladesh) Iftekharuzzaman durante la presentazione del rapporto, "ill Bangladesh si sta inchinando alla pressione esercitata da questi paesi."
La Cina investe in 15 progetti di produzione di carbone per produrre energia da 18.000 MW e Regno Unito e Giappone sono coinvolti in tre progetti ciascuno per produrre 4700 MW e 3600 MW di energia, si legge nella ricerca. La domanda di energia in Bangladesh è aumentata in media del 10% all'anno negli ultimi dieci anni e il paese ha l'obiettivo di soddisfare il 10% della sua domanda di energia da fonti rinnovabili entro il 2021. La sua principale fonte di energia è il gas naturale ma le riserve stanno diminuendo. Il carbone fornisce circa il 40 percento dell'energia elettrica mondiale ma è un'industria che dovrebbe scomparire entro il 2050 se gli impegni climatici saranno rispettati: le aziende cinesi, britanniche, giapponesi e indiane, secondo questo studio, intendono "spremere fino all'ultimo centesimo di utile dall'industria morente del carbone" a qualsiasi costo per l'ambiente e "nonostante siano passate a un'energia più pulita all'interno dei propri confini. Il Regno Unito, ad esempio, prevede di eliminare gradualmente il carbone entro il 2025."
Ahmed Kaikaus, un alto funzionario del Ministero dell'energia e delle risorse minerarie del Bangladesh, intervistato dalla Thomson Reuters Foundation ha affermato che il Bangladesh non ha altra scelta che bruciare carbone: "L'economia del Bangladesh sta crescendo rapidamente e ha bisogno di energia. Questa è la linea di fondo. Non abbiamo l'opzione idroelettrica come altri paesi e il nostro gas si sta esaurendo." Secondo il rapporto delle associazioni ambientaliste il Bangladesh avrebbe il potenziale per generare energia solare, ma Kaikaus afferma che la mancanza di spazio per i pannelli solari ostacola progetti solari su larga scala.