Coronavirus, assalto ai supermercati a Los Angeles e New York
di Valentina Martelli
Due settimane critiche. Così le ha definite il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti. Sono quelle che iniziano immediatamente e che mettono in parziale lockdown la città nel tentativo di limitare la diffusione del coronavirus.
Bar, discoteche, luoghi legati all’intrattenimento, nella capitale dell’intrattenimento, palestre e ristoranti chiusi con provvedimento immediato. Permesse solo le consegne a domicilio. Restano aperti farmacie, banche del cibo e supermercati. Supermercati letteralmente razziati nelle ultime ore. Lunghe File e scaffali vuoti.
Un provvedimento comunicato nella serata di domenica e valido fino al 31 marzo, con possibilità’ di essere prolungato, in una città che, solo domenica scorsa, correva la sua maratona. 23 mila persone che ora, forse, alla luce dell’ordinanza d’emergenza del sindaco, si faranno qualche domanda.
Una decisione arrivata nella stessa giornata in cui il governatore della California Newsom invitava i sindaci a stringere sui provvedimenti chiedendo ai cittadini oltre i 65 anni, 5,3 milioni su una popolazione di poco meno di 40 milioni, di restare in casa e mentre si registra un +14% dal giorno precedente, sul numero dei casi nello Stato. Ad ora circa 350.
Dall’altra parte dell’America un’altra città’ simbolo NY e stesso provvedimento, preso dal sindaco Bill De Blasio che contemporaneamente ordina anche la chiusura delle scuole nel distretto scolastico più’ grande d’America.
Decisioni d’urgenza dopo che il Centro per il controllo delle malattie sconsiglia ogni evento con più’ di 50 persone e Anthony Fauci, direttore dell’istiuto nazionale per le malattie infettive suggerisce di chiudere l’intera nazione per 14 giorni.
Intanto nei principali aeroporti americani è ancora caos sia per i passeggeri che cercano di lasciare gli Stati Uniti che per quelli che rientrano.