Fuori scontri, dentro l'investitura a candidato presidente: la lunga notte di Trump
Economia e lavoro erano i temi della serata di Cleveland intitolata 'Make America Work Again'. Ma la convention è servita a stringere il partito attorno al candidato republicano
Come si legge dalle colonne del New York Times, almeno per una notte, il Grand Old Party si è mostrato unito a Donald Trump: trattati solo in parte i temi caldi che interessano l'America, perché l'obiettivo dei repubblicani è stato quello di mostrarsi compatti attorno all'imprenditore. Ora non resta che vincere le elezioni presidenziali contro la democratica Hillary Clinton. E mentre all'esterno si registravano scontri e manifestazioni di protesta, all'interno è giunta l'investitura ufficiale. Trump, quello che in molti non volevano, è il candidato repubblicano. In privato, alcuni delegati di partito mostrano ancora di non sopportarlo, ma sin dai primi minuti della serata è emersa la volontà collettiva di sostenerlo. D'altronde le regole li obbligavano a farlo, ma anche perché era politicamente necessario.
Il candidato differente
Dieci minuti di discorso di Paul Ryan, lo speaker (il presidente) della Camera statunitense, che in passato ha criticato il candidato repubblicano, hanno dimostrato in maniera lampante che Trump è davvero diverso dagli altri. Ryan ha pronunciato il classico discorso di un politico navigato, capace di unire le varie correnti del partito. Il discorso certamente non più originale della storia delle convention, ma di certo completamente diverso da qualsiasi discorso di Trump o di uno dei suoi sostituti. Il discorso di Ryan ci ricorda di quanto Trump sia un candidato non convenzionale, la qualità che gli ha permesso di arrivare da vincente a Cleveland, ma che potrebbe essere un limite nella corsa alla Casa Bianca.