I fatti, le storie. Un anno per immagini nelle foto scelte da Associated Press
Una selezione delle foto dell'anno a cura dell'Associated Press. Ci sono i fatti. Drammatici come quelli di Parigi funestata dagli attentati di gennaio, alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato kosher Hyper Cacher, e del 13 novembre, tre esplosioni nei pressi dello stadio e sei sparatorie in diversi luoghi, fra cui la più sanguinosa al teatro Bataclan, dove sono state uccise ottantanove persone. O il massacro alla spiaggia di Sousse in Tunisia dove sono morte 39 persone. Dietro a tutti la mano dell'Isis, la stessa che ha demolito gran parte delle antiche mura della città di Ninive e delle opere del museo di Mosul, in Iraq, provenienti dalle rovine della città assira di Hatra, e poi Raqqa in Siria e Palmira, e che ha costretto decine di migliaia di persone alla fuga. Interi popoli in viaggio, verso i campi profughi al confine con la Siria, dove la vita continua e i giovani si sposano davanti alle tende senza festa e parenti, e verso l'Europa, via mare e via terra.
Chi ce la fa bacia la terra e prega, altri aspettano e sperano di passare il confine. Come il bambino che, sulle spalle di suo padre, porge un fiore alla polizia slovena nel villaggio croato di Harmica. Ci sono i viaggi di pace del Papa, dalle Filippine all'Africa e le strette di mano come quella tra Obama e Castro che sancisce la fine della guerra fredda. Le vittorie come quella di Valentino Rossi, sul podio dopo il Gp d'Argentina con la maglia di Maradona o delle bimbe afghane che studiano in una scuola improvvisata nel campo profughi di Islamabad, in Pakistan.
E ci sono le storie. Come quella di Ibrahim Al-Jamal, 17 anni, che porta in braccio la leonessa Mona, mentre Max il fratellino è coccolato dalla gente sulla spiaggia di Gaza. Suo padre ha acquistato i cuccioli dallo zoo distrutto dopo la guerra tra Israele e Hamas. Ogni giorno la famiglia Al-Jamal porta a spasso i leoni: chi è abbastanza coraggioso è libero di accarezzarli e giocarci un po'. C'è la storia del piccolo Amohela Mokoena. Ha dieci anni e vive nei sobborghi di Johannesburg, in Sudafrica. Con una mazza arrugginita e le scarpe di ogni giorno, gioca a golf in un parco senza erba. Ha imparato guardando un ex caddie in pensione, Wynand Morudu, che mai avrebbe immaginato di formare una squadra amatoriale formata dai bambini del quartiere.
Jair Ortega ha tre anni e da grande vuole fare il poliziotto così si mette in posa fiero accanto a due guardie e a un'immagine di cartone a grandezza naturale di Papa Francesco dopo che Bergoglio in carne e ossa ha appena lasciato la prigione di Palmasola a Santa Cruz, in Bolivia.
Mathieux San Fleur di Cap Haitiene, Haiti, di anni ne ha 75 e torna a casa su una moto-taxi, stretto tra l'autista e due dei suoi figli. Ha una benda sull'occhio perché è stato appena operato di cataratta dai medici volontari di un'università americana. Tornerà a vedere dopo vent'anni.
Renato Dias, di 39 anni, si fa fotografare a "Cracolandia", la terra del crack, un'isola di dolore e illegalità a Rio de Janeiro. Si è drogato per 4 anni e ora sta cercando di uscire. Per distrarsi prende appunti su un quaderno. Scrive di supereroi e dice che vorrebbe diventare uno di loro. E poi ci sono Ami e Ashbu, due bimbe di tre anni fuggite dalla guerra nella Repubblica Centrafricana. Passeggiano abbracciate nel campo profughi Zafaye, a circa 15 km dal centro di N'djamena, Ciad. Da un anno è la loro nuova casa.