NordCorea, arrestata la seconda donna del mistero. Su Internet in vendita la maglietta della "spia"
Il governo della Malesia ha confermato che è Kim Jong-nam, fratello del leader nordcoreano Kim Jong-un, lo straniero morto lunedì, assassinato nell'aeroporto di Kuala Lumpur, con un potentissimo veleno, più forte del cianuro
Nuovo arresto per l'omicidio di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, morto lunedì in Malesia dopo un sospetto avvelenamento nell'aeroporto di Kuala Lumpur. La polizia malese ha confermato l'arresto di una seconda donna, che è stata identificata come Siti Aishah, di nazionalità indonesiana e nata l'11 febbraio del 1992; la donna era sola durante l'arresto, che è avvenuto nelle prime ore del mattino, e compariva nelle registrazioni delle telecamere di sicurezza all'aeroporto di Kuala Lumpur. Ieri era stata arrestata un'altra donna, con documenti vietnamiti sui quali risultava il nome di Doan Thi Huong, nata il 31 maggio 1998 a Nam Dinh, in Vietnam; anche lei compariva sui nastri registrati dalle telecamere di sicurezza dell'aeroporto e, secondo quanto riporta il quotidiano The Star, quando è stata fermata stava provando a rientrare in Vietnam. Sempre secondo The Star le autorità stanno cercando altre quattro persone.
La dinamica dell'omicidio
Kim Jong-nam è morto lunedi dopo essere stato aggredito da due donne nella hall delle partenze dell'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur: una gli avrebbe messo un fazzoletto sul volto, l'altra gli avrebbe spruzzato un liquido poi rivelatosi letale. Secondo responsabili dei servizi segreti sudcoreani, Kim sarebbe stato avvelenato da agenti nordcoreani mentre si apprestava a prendere un aereo per Macao, regione amministrativa della Cina dove si trovava da diversi anni in esilio. Il decesso è avvenuto durante il trasferimento in un ospedale di Putrajaya, capitale amministrativa della Malaysia.
Tv Chosun, emittente sudcoreana, ha riferito che il riconoscimento di Kim è avvenuto con le impronte digitali messe a disposizione da Seul su richiesta delle autorità malesi. Il Chosun Ilbo, quotidiano di Seul, ha scritto che all'identificazione hanno contribuito funzionari sudcoreani inviati in Malaysia secondo cui la morte sarebbe avvenuta a seguito di avvelenamento. "I nostri funzionari si sono recati all'obitorio per vedere il corpo di Kim", ha detto un funzionario governativo. "C'era schiuma intorno alla bocca, che è il tipico segnale di decesso per avvelenamento".
Sarebbe stata usata una sostanza "più forte del cianuro", secondo i media malesi. All'autopsia avrebbero assistito l'ambasciatore nordcoreano e altri funzionari.
Confermata l'identità della vittima
Non ci sono ormai più dubbi sull'identità della vittima. L'uomo nordcoreano ucciso, stando ai documenti di viaggio che portava con sé, era stato identificato in un primo momento come Kim Chol, nato a Pyongyang a giugno del 1970; ma poi il governo sudcoreano aveva ipotizzato che si trattasse di Kim Jong-nam, il fratellastro di Kim Jong-un, circostanza confermata anche dal governo malese che ha fatto sapere che la salma sarà consegnata alle autorità di Pyongyang. Secondo il vice premier malese, Zahid Hamidi, l'incidente non avrà un impatto sulle relazioni bilaterali. Hamidi ha definito inoltre "speculazioni" quelle secondo cui dietro al presunto omicidio ci sarebbe il regime. Non la pensa allo stesso modo il governo sudcoreano. Se fosse confermata la matrice nordcoreana, l'assassinio sarebbe il più importante di questo genere dopo l'esecuzione dello zio Jang Song Thaek, avvenuta nel 2013. Anche in quel caso gli osservatori misero l'accento sui buoni rapporti che Jang intratteneva con Pechino.
La protezione di cui Kim Jong Nam godeva in Cina, per quanto in Corea del Nord fosse caduto in disgrazia ormai da molti anni, è stata interpretata come una forma di "pressione" sul riottoso fratellastro minore da parte di Pechino. È noto che il presidente Xi Jinping detesta l'alleato così poco propenso ad accettare gli appelli alla prudenza della potenza vicina e principale finanziatrice del suo regime. I ripetuti test nucleari e balistici, l'ultimo dei quali solo pochi giorni fa, sarebbero avvenuti nonostante la contrarietà cinese, che non a caso ha approvato l'inasprimento delle sanzioni nei confronti di Pyongyang in consiglio di sicurezza Onu.
La maglietta LOL
Non ha perso tempo, TaoBao, uno dei più famosi negozi di e-commerce della Cina che ha messo in vendita la maglietta indossata dalla donna ripresa dalle telecamere di sicurezza dell'aeroporto di Kuala Lumpur e sospettata di essere una dei killer di Kim Jong-nam. La t-shirt con la scritta LOL, poi prontamente rimossa dal sito, era presentata come "la stessa camicia indossata dalla spia della Corea del Nord". Prezzo 6.324 yuan (922 dollari, 870 euro).