Usa 2020. Il precedente: quando Bush diventò presidente per 537 voti
Decisivo lo Stato della Florida nel duello Bush - Al Gore
Un testa a testa, come si era intuito nelle ultime ore del countdown elettorale, dunque nessun nome certo al termine della Election Night. Biden è partito forte, ma non ha sfondato, e Trump ha tenuto e recuperato poco alla volta, dall'Ohio al Michigan, dalla Florida al Texas, al Wisconsin. Il 'too early to call' delle proiezioni di Ap, Cnn, Fox e NYT è diventato la colonna sonora della notte. Trump dalla Casa Bianca ha dichiarato comunque vittoria, ha parlato di "frode" e annunciato che i suoi legali si rivolgeranno alla Corte Suprema. Dopo la nomina di Amy Coney Barrett nel collegio c'è uno schiacciante 6 a 3 per i giudici conservatori e ora si coglie in pieno l'importanza della scelta fatta da Trump.
Intanto, il capo della campagna elettorale di Joe Biden, Jen O'Malley Dillon, assicura che il candidato Dem combatterà ogni tentativo di Trump di rivolgersi alla Corte suprema per evitare il conteggio di voti. "Ci sono squadre legali pronte a essere dispiegate per resistere a questo tentativo", ha detto il manager della campagna di Biden, assicurando che "prevarranno".
I seggi sono chiusi e le operazioni di voto sono terminate ma la legge Usa richiede che tutti i voti vengano contati e in alcuni stati questo potrebbe voler dire che ci vorranno giorni. Il "presagio" di Trump, quello per cui in estate aveva fatto fuoco e fiamme, cioè l'impatto del voto per corrispondenza nell'elezione, si è dunque avverato.
Quel precedente di "Florida" 2000
L'ultima volta che il risultato non è stato chiaro già nelle prime ore dopo la chiusura delle urne risale al 2000, quando la vittoria di George W. Bush su Al Gore fu sancita dalla Corte suprema solo 36 giorni dopo le elezioni, in una corsa all'ultimo voto in cui fu cruciale la Florida.
Le elezioni si svolsero il 7 novembre. In termini di voto popolare prevalse il vicepresidente democratico uscente Al Gore ma i voti elettorali, 271 contro 266, furono favorevoli a Bush e ne determinarono l'elezione. Nello stato determinante della Florida fu necessario ricontare i voti addirittura a mano, dato che vi era troppa poca differenza fra i due candidati: alla fine Bush ottenne la maggioranza con un distacco di appena 537 voti.
Lo scontro fu animato da diverse polemiche, a partire dal fatto che il governatore della Florida era Jeb Bush, fratello di uno dei candidati, e la segretaria di Stato locale Katherine Harris, cui spettava di certificare i risultati, era stata co-presidente della campagna di Bush in Florida.
Si parlò anche di manovre repubblicane che avevano impedito di votare a una parte degli afroamericani e si litigò a lungo sulle cosiddette 'schede farfalla' della contea di Palm Beach. Il loro formato, si disse allora, aveva tratto in inganno diversi anziani elettori che, invece di votare Gore, avevano scelto inconsapevolmente un altro candidato, Pat Buchanan, che qui ottenne un record di 3.407 voti invece delle poche centinaia previste.
Il 9 dicembre la Corte Suprema degli Stati Uniti decise con cinque voti contro quattro di accogliere un ricorso di Bush, sospendendo così il conteggio manuale. Il 12, citando la differenza degli standard di voto fra le diverse contee, la Corte decise, con la stessa maggioranza, di rimandare il caso ai giudici supremi della Florida. Ciò mise fine di fatto al riconteggio, a causa dei limiti di tempo imposti dalla Corte Suprema della Florida. Gore dissentì dalla decisione della Corte Suprema, ma il 13 concesse la vittoria per evitare una crisi costituzionale.
Allora si sottolineò che i giudici liberal avevano espresso voti contrari. Molti se ne ricordano oggi, dopo che Donald Trump ha spostato ulteriormente l'equilibrio a favore dei conservatori, imponendo la recente nomina di Amy Barrett al posto della defunta icona liberal Ruth Bader Ginsburg.
È un rischio concreto quello che anche in queste elezioni possano volerci giorni prima di conoscere il nome del presidente Usa, visto anche che Trump - paventando brogli elettorali - ha minacciato che non riconoscerebbe un'eventuale vittoria del rivale Dem e che l'esito elettorale potrebbe finire sul tavolo della Corte suprema. Quanto a Biden, Hillary Clinton gli aveva consigliato di non accettare "in nessun caso" un risultato la notte stessa delle elezioni perché ritiene che il conteggio si trascinerà a lungo.
Nel 2000 Al Gore, di fronte all'incertezza sul risultato del decisivo voto della Florida, si astenne dal fare dichiarazioni, mentre George W. Bush dichiarò la vittoria davanti alla nazione. Questo mise i democratici sulla difensiva e assegnò a Bush il ruolo di vincitore, pur in attesa del risultato ufficiale.
La curiosità
Occhio al voto di Pinellas, Florida. In questa contea, gli elettori dal 1980 hanno sempre scelto il cavallo vincente. Con una sola eccezione: proprio il voto del 2000. In quell'occasione scelsero Al Gore (in realtà vincente fino all'ultimo) e non George W. Bush (che brindò dopo l'intervento della Corte Suprema). I primi seggi in Florida hanno chiuso, e Joe Biden sembra essersi aggiudicato la contea di Pinellas dove Donald Trump ebbe la meglio per un solo punto nel 2016.
Il nodo dei voti postali
Il sospetto che l'esito delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti quest'anno potesse arrivare più tardi del solito era già nell'aria. Nonostante il voto in presenza sia stato il più diffuso, con la pandemia di coronavirus in corso moltissimi cittadini hanno fatto ricorso al 'mail voting', cioè al voto postale, che richiede tempi di conteggio più lunghi.
Innanzitutto perché ne va controllata l'attendibilità (per esempio verificando la corrispondenza fra la firma che l'elettore deve apporre su una busta e quella che le autorità hanno in archivio, su una registration card). E poi perché le regole cambiano da Stato a Stato: alcuni Stati (per esempio California e Pennsylvania) accettano le schede anche diversi giorni dopo l'Election Day purché il bollo postale dimostri che sono state imbucate prima della chiusura delle urne; inoltre, mentre in alcuni Stati (come la Florida) si cominciano a conteggiare le schede anche prima dell'Election Day man mano che arrivano, in altri Stati (come i contesi Wisconsin e Pennsylvania) è vietato avviare il conteggio prima della chiusura dei seggi.