Sciopero del clima. Berlino: gli attivisti "impacchettano" un ponte, Merkel annuncia piano "erculeo"
Le immagini delle manifestazioni dello sciopero globale per il clima
"Calorosi saluti da Berlino" si leggeva stamani sullo striscione collocato al centro della carreggiata lungo il ponte di Jannowitz sulla Sprea nel cuore della capitale tedesca. I giovani attivisti berlinesi hanno deciso di partecipare alla giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici "impacchettando" il ponte con centinaia di nastri da cantiere bianchi e rossi e bloccando così per alcuni minuti il traffico prima che la polizia intervenisse a rimuoverli.
Il piano Merkel: 65% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030
Sotto la pressione delle proteste tenute negli ultimi mesi, il governo di Angela Merkel ha finalmente trovato un accordo per un pacchetto di misure volte a ridurre le emissioni tedesche di gas serra, piano che è stato oggetto di una durissima discussione tra i partiti della coalizione che la sostiene per tutta la notte scorsa e fino a questa mattina. Infatti, nonostante i grandi investimenti nelle energie rinnovabili che già nel secondo trimestre del 2019 costituivano il 46% della produzione di energia elettrica, la Germania è ben lungi dal raggiungere gli obiettivi previsti di riduzione delle emissioni entro il 2020.
I dettagli dell'accordo sul maxi-piano di investimenti 'green' col quale il governo tedesco intende ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e produrre il 65% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030 verranno comunicati alla stampa da Angela Merkel e dal ministro delle finanze Olaf Scholz dell'SPD questo pomeriggio in un'attesa conferenza stampa.
Se il piano su cui è stato trovato l'accordo è quello trapelato nelle scorse settimane , che estende un sistema dell'Unione Europea già esistente per la determinazione del prezzo del carbonio utilizzato nell'industria, sarà il più grande esperimento al mondo sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica che sta producendo il cambiamento climatico.
Il duro confronto dentro la coalizione
"Ci sono decisioni difficili da prendere", ha detto in una intervista alla radio pubblica Lars Klingbeil, segretario generale dei socialdemocratici, quando gli è stato chiesto perché la discussione si sia protratta così a lungo. "Le sfide sono enormi: uscire dal carbone, costruire energia rinnovabile, ridurre le emissioni di anidride carbonica". Gli sforzi - che la Merkel ha definito "erculei" la scorsa settimana - giungono in un momento in cui la preoccupazione per il clima è arrivata al centro nell'agenda pubblica. Un sondaggio commissionato dalla televisione pubblica ha rivelato che il 63 per cento dei tedeschi crede che proteggere il clima sia più importante della crescita economica.
Il piano deve comporre posizioni molto divergenti per poter indicare la direzione della più grande economia europea per i prossimi decenni. I socialdemocratici infatti cercavano in ogni modo di offrire ai propri elettori, scettici sulla partecipazione dell'SPD alla coalizione, prove concrete del fatto che il partito stesse ottenendo qualche risultato, e da questo punto di vista chiedevano l'introduzione di una "carbon tax" che finanzi il 'welfare' per coloro che nel periodo di transizione economica e industriale perderanno il lavoro.
I conservatori volevano invece uno schema basato sul mercato che preveda la possibilità di negoziare i certificati che autorizzano il portatore a emettere carbonio, con i proventi di questo sistema indirizzati poi al finanziamento per la ricerca e al sostegno degli investimenti delle aziende. Mentre il sole sorgeva stamani sulla cancelleria di Berlino e i manifestanti cominciavano a stendere i nastri bianchi e rossi sul ponte di Jannowitz, i rappresentanti dei partiti stavano ancora discutendo su come stabilire il prezzo per ogni tonnellata di carbonio prodotta nel settore delle costruzioni. Vi daremo conto dei dettagli del compromesso raggiunto.