Trump invita Duterte alla Casa Bianca. Il Presidente filippino insultò Obama: "Figlio di p..."
Duterte è conosciuto come "Punitore" dei drogati, da quando è presidente la polizia sta facendo una lotta senza quartiere che ha fatto registrare oltre 3 mila vittime, e per aver insultato leader mondiali.
10 minuti di telefonata tra Donald Trump e il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte: la conversazione si è conclusa con un invito alla Casa Bianca. Come di consuetudine, il neo presidente Usa sta chiamando tutti i leader mondiali prima della sua investitura ufficiale prevista il 20 gennaio 2017. A seguire da quella data, Trump potrà iniziare a ricevere ospiti alla White House. L'invito a Duterte, però, ha scatenato forti polemiche, che vanno ad aggiungersi a quelle di Pechino provocate da un'altra telefonata avvenuta tra Trump e il presidente di Taiwan, Tsai Ying-Wen.
L'incontro mai avvenuto con Obama
Duterte si sarebbe dovuto incontrare con Barack Obama in Laos, ma l'evento fu annullato in seguito alle parole offensive che il presidente filippino pronunciò durante un comizio: "Obama è un figlio di puttana". Forte dell'investitura popolare, reduce da una campagna elettorale aggressiva, Duterte si è persino paragonato al führer dicendo che sarebbe felice di far uccidere tre milioni di tossicodipendenti proprio come il dittatore naturalizzato tedesco fece con gli ebrei. Oltre a prendere come modello lo sterminio commesso da Adolf Hitler, il presidente delle Filippine ha spesso criticato Europa e Stati Uniti. "Sono degli ipocriti quando criticano la mia campagna anti-droga", azioni di polizia nella quale sono già morte tremila persone al di fuori di ogni procedura giudiziaria.
Duterte, 71 anni, ha vinto le elezioni a maggio dopo essere stato per un ventennio sindaco di Davao. Sta mantenendo le sue promesse: "una lotta spietata al narcotraffico nella quale almeno 100mila persone dovranno morire". L'ondata di violenza poliziesca con la quale sta cercando di mantenere quanto dichiarato in campagna elettorale ha suscitato lo sdegno del mondo occidentale.