Bandiere dell'Unione Europea e facce dipinte, la marcia su Londra contro la Brexit
Cortei di protesta anche in Scozia
Migliaia di persone si sono radunate presso la centralissima Park Lane e hanno marciato verso Parliament Square sventolando le bandiere azzurre con le stelle gialle dell'Ue. Il numero dei partecipanti alla manifestazione organizzata dalla People's Vote Campaign per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit potrebbe raggiungere cifre record, dopo che a un'analoga manifestazione organizzata lo scorso ottobre presero parte circa 700mila persone.
Gli organizzatori hanno affermato che le persone scese in piazza sono un milione.
Tra i partecipanti, anche il sindaco di Londra Sadiq Khan e numerosi esponenti di spicco del Partito laburista.
La Scozia in piazza
Anche a Edimburgo manifestazione anti Brexit con la premier Nicola Sturgeon che, alla guida del corteo, è tornata a chiedere un secondo referendum sull'uscita del Regno Unito dalla Ue accusando la May e il suo governo "di essersi dimostrati del tutto incapaci di gestire il risultato del voto del 2016, ed è per questo che chiediamo di ridar voce al popolo". Il 78% degli scozzesi al referendum votò contro l'uscita dalla Ue e oggi oltre che a Edimburgo gli scozzesi manifestano anche a Glasgow, Inverness, Perth, Stirling, Lockerbie e Dumfries.
Record di firme per la petizione contro la Brexit
Sono più di 4,2 milioni le firme apposte alla petizione popolare lanciata sul web per chiedere al Parlamento britannico la revoca dell'articolo 50 e quindi lo stop della Brexit, a dispetto del voto referendario di 3 anni fa. Lo riportano i media sulla base dei numeri dal sito di Westminster che segnalano il sorpasso rispetto a un'analoga iniziativa condotta nel 2016 dallo stesso fronte pro Remain per invocare (allora invano) un referendum bis. La notizia arriva nella giornata del grande corteo anti-Brexit in corso a Londra.
L'appello online sembra comunque destinato a essere snobbato dal governo. Revocare la Brexit rappresenterebbe "un'irreparabile danno alla democrazia" che Theresa May "non consentirà", ha detto una portavoce di Downing Street. La revoca sarebbe "un tradimento" della volontà popolare espressa alle urne nel 2016, ha ribadito ieri la stessa premier in una lettera inviata a tutti i deputati. "Non sta a una petizione cancellare l'esito di un referendum", le ha fatto eco da parte sua il viceministro per la Brexit, Kvasi Kwarteng.
Sul valore dell'iniziativa, al di là dei numeri oggettivamente significativi, pesa del resto qualche riserva: risultano infatti conteggiati anche cittadini non britannici e il sito parlamentare che raccoglie le petizioni è stato finora in grado di certificare la residenza nel Regno di meno della metà dei firmatari.