Scheda: Turchia, una lunga scia di attentati
L'attentato avvenuto a Istanbul nella piazza di Sultanahmet, vicino alla Moschea Blu, giunge tre mesi dopo l'attacco peggiore della storia moderna della Turchia, quello contro la marcia per la pace di Ankara. Il 10 ottobre scorso, il doppio attentato kamikaze nella capitale, poi rivendicato dallo Stato islamico, provocò 102 morti. Ma questi sono solo gli ultimi di una serie di gravissimi episodi che hanno segnato la Turchia negli ultimi anni.
- 7 agosto 1982, Ankara: l'esplosione di una bomba, seguita da una sparatoria, all'aeroporto causa la morte di 11 persone e 63 feriti. L'attentato viene rivendicato dall'Asala, l'esercito segreto armeno per la liberazione dell'Armenia.
- 6 settembre 1986, Istanbul: 24 morti, tra cui i due aggressori, in un attentato contro la sinagoga Neve Shalom, rivendicato dalla Jihad islamica.
- 25 dicembre 1991, Istanbul: bombe e bottiglie incendiarie contro un grande magazzino, 17 morti e 23 feriti. L'attacco viene attribuito ai guerriglieri curdi del Pkk.
- 13 marzo 1999, Istanbul: bomba incendiaria esplode in un centro commerciale, uccidendo 12 persone. L'attentato viene inizialmente rivendicato dal Pkk che poi smentisce.
- 15 novembre 2003, Istanbul: due camion-bomba devastano le sinagoghe di Beth Israel e di Neve Shalom: 22 morti, per lo più turchi.
- 20 novembre 2003, Istanbul: solo cinque giorni dopo altri due camion-bomba esplodono presso la sede del colosso bancario Hsbc e del consolato britannico, in coincidenza con la visita del presidente Usa, George W. Bush, a Londra: 30 morti e 400 feriti. Fra le vittime molti cittadini britannici tra cui il console generale Roger Short. Le indagini dimostrano il coinvolgimento di 74 persone collegate ad Al Qaida.
- 24 giugno 2004, Istanbul. Un attentato kamikaze contro un autobus provoca 4 morti e 20 feriti. Rivendica il Fronte Popolare Rivoluzionario di liberazione.
- 12 settembre 2006, Diyarbakir: l'esplosione di una bomba vicino a una fermata dell'autobus a Diyarbakir, nel
sud-est, uccide 10 persone, tra cui 7 bambini. I ribelli curdi negano qualsiasi coinvolgimento.
- 22 maggio 2007, Ankara. Attacco kamikaze in un grande centro commerciale: sei morti e 80 feriti.
- 27 luglio 2008, Istanbul: Duplice esplosione, 17 morti e 115 feriti. Secondo le autorità turche, i responsabili sono del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan.
- 20 agosto 2012, Gaziantep. Nove morti e oltre 60 feriti in un attentato nel sudest della Turchia. Il governo attribuisce la responsabilità al Pkk, ma l'organizzazione nega.
- 11 maggio 2013, Reyhanli, provincia di Hatay, 5 km dal confine con la Siria: due autobomba fanno 51 morti e 140 feriti. Non ci sono rivendicazioni, ma il governo turco accusa il Fronte Al-Nusra o l'Isis, che allora era solo uno dei vari movimenti islamici che combattevano in Siria.
- 5 giugno 2015, Diyarbakir: 2 bombe esplodono a una manifestazione del partito curdo Hdp. Bilancio, 4 morti e oltre 100 feriti. Nessuna rivendicazione attendibile. L'Hdp dà la colpa all'Isis.
- 20 luglio 2015, Suruç, città a maggioranza curda in provincia di Sanliurfa, al confine con la Siria: una bomba fa 33 morti e 104 feriti fra attivisti socialisti e progressisti curdi. Nessuna rivendicazione, ma la responsabilità è attribuita all'Isis: probabilmente una vendetta per la riconquista della città curda siriana di Kobane (10 km da Suruç) da parte dei peshmerga. Il kamikaze 18enne aveva legami col Califfato. Da parte curda qualcuno sospetta che ci sia la mano dei servizi di Ankara.
- 10 ottobre 2015, Ankara: bombe a una manifestazione per "pace e democrazia" promossa da sindacati e partiti curdi: 102 morti e 400 feriti. Il governo accusa l'Isis, ma il partito curdo Hdp accusa implicitamente il governo di aver creato una strategia della tensione che passa per le stragi di Diyarbakir e Suruç per condizionare il voto.
- 12 gennaio 2016, Istanbul: un kamikaze fa strage di stranieri nel centrale quartiere turistico di Sultanahmet: almeno 10 morti, fra cui 8 turisti tedeschi. La responsabilità viene attribuita all'Isis.