80mila in fuga al confine tra Turchia e Grecia
Violenze e tragedie nella rotta via mare o via terra verso il paese europeo più vicino. Morto un bambino durante lo sbarco in Grecia
La nuova ondata di violenza in Siria tra le forze del regime appoggiate dai russi e quelle antigovernative appoggiate dai turchi ha causato l'esodo di migliaia di profughi dal Paese. Via mare o via terra, il paese europeo più vicino dove rifugiarsi è la Grecia che ora versa in stato di massima allerta di fronte al flusso di umanità che arriva dalla Turchia: sarebbero oltre 80mila i migranti ad aver attraversato finora il confine turco con l'Ue. Atene rafforza le pattuglie alle frontiere e sospende le richieste d'asilo per gli irregolari. Bruxelles convoca una riunione dei ministri degli Esteri europei. Erdogan riceverà stasera il premier bulgaro Borissov.
In tali circostanze non mancano tragedie e violenze. Un bambino è morto durante il tentativo di sbarco di un gruppo di migranti a Mitilini (isola di Lesbo, Grecia). Secondo il sito cnn.gr, il barcone – partito dalla vicina costa turca - si è ribaltato quando è stato avvicinato da un'unità della Guardia Costiera greca. Secondo quest'ultima, 46 persone sono state salvate. Il cadavere del bambino è stato rinvenuto poco dopo. Nella notte 5 barche sono giunte sull'isola, due sono arrivate a Chios e altre due a Samos. Intanto si segnalano violenze, insulti e botte contro gli sbarchi: nel mirino giornalisti e fotoreporter, personale dell'Unhcr e polizia aggrediti da gruppi di abitanti di Lesbo. Decine di persone hanno impedito uno sbarco di migranti - tra cui alcuni bambini - da un gommone nella località di Thermi, e dato alle fiamme anche un centro d'accoglienza in disuso. Le immagini del pestaggio dei giornalisti su una banchina del porto sono diventate virali sui social network.