Siria, com'è Palmira oggi dopo 10 mesi di terrore Isis
Le forze governative siriane, appoggiate dai raid russi, hanno ripreso il "pieno controllo" di Palmira, la città in mano all'Isis dal maggio 2015 che ospita il sito archeologico d'epoca romana patrimonio dell'Unesco. Lo riferiscono la tv di Stato siriana citando fonti militari e gli attivisti dell'Osservatorio per i diritti umani che parlano anche di diversi morti tra gli estremisti.
Parla Assad
La riconquista di Palmira "dimostra il successo della strategia perseguita dall'esercito siriano e dai suoi alleati nella guerra al terrorismo". Così ha detto il presidente siriano, Bashar al Assad, secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale Sana, che ha diffuso le immagini della città. Le truppe governative e le milizie loro alleate hanno 'ripulito' la città da tutti i militanti dell'Is e "distrutto i loro ultimi covi", si legge nel comunicato, mentre gli artificieri hanno eliminato tutte le mine e gli ordigni lasciati dai terroristi. La battaglia sarebbe durata tutta la notte. Assad ha poi criticato la coalizione a guida Usa che coinvolge oltre 60 Paesi per la "sua mancanza di serietà nel combattere il terrorismo e i davvero piccoli risultati che ha ottenuto sin da quando è stata formata un anno e mezzo fa". Il presidente riferisce ancora la Sana, ha anche ricevuto una delegazione francese formata da parlamentari, intellettuali, ricercatori e giornalisti. La loro visita, ha detto, è stata l'occasione per mostrare loro la realtà in diverse città e regioni siriane, affinché abbiano una impressione di prima mano e possano lavorare per correggere politiche e concetti sbagliati e inadeguati da parte di alcuni governi, compreso quello francese, riguardo ciò che accade in Siria.
Isis in ritirata
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, la gran parte delle forze dell'Isis si è ritirata verso Sukhnah e Deir Ezzor. Le tre settimane di guerra per riconquistare la città sarebbero costate la vita ad almeno 400 militanti e 180 soldati. Palmira era stata messa a ferro e fuoco nel maggio del 2015 e da allora il mondo ha temuto per la sua distruzione, avviata dall'Isis facendo esplodere due templi presenti nel sito, un arco trionfale e una decina di tombe antiche.
La Città delle Palme
Palmira è stata in passato uno dei centri culturali più importanti del mondo antico, luogo di transito delle carovane che attraversavano l'arido deserto al centro della Siria lungo la Via della Seta. Situata a 210 km da Damasco, la 'Perla del Deserto', iscritta dall'Unesco nel Patrimonio mondiale dell'Umanità, è un'oasi il cui nome apparve per la prima volta su una tavoletta 4mila anni fa. Dopo la conquista romana, a partire dal I secolo avanti Cristo, la Città delle Palme, diventa una località ricca e lussuosa grazie al commercio di spezie e profumi, seta e avorio. La via principale, con il lungo colonnato, dava il benvenuto ai carovanieri: 750 colonne allineate su entrambi i lati per quasi un chilometro e mezzo. Nel 129, l'imperatore Adriano la trasforma in città libera e prende il nome di Adriana Palmira; risalgono a quell'epoca i templi principali, come quello di Bel (il cui tetto, ora sparito, era originariamente coperto d'oro). Nella città era venerata la trinità composta dal dio babilonese Bel, l'equivalente di Zeus, Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna) fino a quando, nel II secolo dopo Cristo, non arrivò il cristianesimo. Nel III secolo, approfittando delle difficoltà dell'Impero Romano, la città si trasforma in regno sotto la dinastia Sassanide, che si ribella a Roma. La regina più famosa, Zenobia, nel 270, conquista tutta la Siria, una parte dell'Egitto e anche l'Asia minore. Ma l'imperatore Aureliano riconquista la città, Zenobia è condotta a Roma e Palmira conosce il suo declino. Prima dell'inizio della crisi in Siria, nel 2011, la città era visitata da oltre 150mila turisti all'anno, che accorrevano per vedere le oltre 1mille colonne, le statue e la formidabile necropoli di 500 tombe.