Airpocalypse. La Cina soffoca di nuovo in una cappa di smog: le città prima e dopo
In Cina è allarme rosso per lo smog. Il livello di emergenza è stato esteso ad altre città cinesi mentre Pechino entra nel suo terzo giorno consecutivo di cappa giallastra e soffocante dovuta all'inquinamento e alle polveri sottili che minacciano sempre più pericolosamente la salute degli abitanti, soprattutto nella Cina nord-orientale. Secondo le
previsioni delle autorità, la nebbia impenetrabile potrebbe durare, in alcune aree, per altri tre giorni. A Pechino le scuole sono chiuse e i cittadini sono stati invitati a rimanere in casa, è stata prevista la cricolazione delle auto a targhe alterne e lo stop di alcuni impianti industriali. L'allerta è scattato dopo che sono stati rilevati livelli di particolato nell'aria oltre i 200 microgrammi per metro cubo, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità
raccomanda di non superare i 25 microgrammi per metro cubo.
Anche Dingzhou e Xinji, due località nella provincia di Hebei, sulla scia della capitale sono state costrette a innalzare al massimo il livello di allerta. Mentre altre 27 città nel Nord della Cina hanno aumentato le soglie. Complessivamente sono oltre 300 milioni le persone a rischio, a causa dei livelli tossici dell'aria.
In particolare, la coltre di smog che avvolge la Cina nord-orientale, che ha fatto gridare all'airpocalypse, era tanto fitta che, a differenza della Grande muraglia, era percepibile anche attraverso le immagini satellitari catturate dalla Nasa.