L'ultima volta sull'Uluru, poi il divieto di scalare il monolite "sacro" agli indigeni d'Australia
È corsa all'ultima scalata, da sabato sarà vietato l'accesso alla montagna sacra. Nel 2018 un turista giapponese è morto mentre tentava di arrampicarsi dal versante più difficile
Non è una semplice scalata nonostante l'altezza modesta. L'Uluru, 348 metri, sta per essere interdetto al pubblico. Non sarà più possibile scalare la montagna sacra agli indigeni d'Australia perché ritenuta, dalle autorità, troppo pericolosa: la salita è ripida, scivolosa e in estate le temperature possono raggiungere i 47 gradi centigradi. Dagli anni Cinquanta decine di persone hanno perso la vita a causa d'incidenti e disidratazione. L'ultima vittima è un giapponese, deceduto nel 2018 mentre tentava la salita del monolite di arenaria dal versante più difficile.
Uluru (prima conosciuto come Ayers Rock), la montagna sacra agli indigeni australiani, bene protetto dall'Unesco, è stata presa d'assalto nei giorni antecedenti la chiusura. L'accesso è stato vietato ai visitatori dalle autorità di Canberra nel 2017, ma il bando entrerà in vigore definitivamente sabato 26 ottobre. Unanime la decisione presa due anni fa da 12 membri del Consiglio di amministrazione del Parco nazionale Uluru-Kata Tjuta. Provvedimento che ha destato polemiche: molti australiani, non necessariamente con discendenze indigene, che conoscono il monolite, considerano la salita come un diritto di nascita.