MONDO
Preoccupa soprattutto appuntamento a Bangui
007 europei, attenzione alta sul viaggio del Papa in Africa
Le autorità vaticane, già da tempo, hanno iniziato a pianificare il viaggio che, salvo cambiamenti al momento non indicati, è in agenda dal 25 al 30 novembre e include tappe anche in Kenya e Uganda. E' però la visita del 29 novembre a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, quella su cui si concentrano i rischi maggiori. Per una serie di motivi, spiegano gli analisti: il controllo del territorio nel paese è molto complesso, ci sono molteplici fattori di minaccia che non riescono ad essere attenuati dalla presenza del contingente dell'Onu. Si fa notare anche che spesso si verificano, soprattutto nella capitale, improvvise turbative difficili da contenere e che potrebbero creare seri problemi di sicurezza.
E' ovvio dunque che la presenza del Papa nella cattedrale, un evento che richiamerà migliaia di persone, rischia di essere difficilmente controllabile. Si tratta dunque di un viaggio 'complesso', su cui pesano diverse incognite.
Proprio ieri il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva ribadito che la "decisione del viaggio dipende dal Santo Padre". "Si tiene sempre conto della situazione generale", aveva aggiunto commentando gli attacchi di Parigi, ed aggiungendo che questo evento "è drammatico, non previsto, incide sulla situazione generale, in Europa e nel mondo".
Sulla questione è tornato oggi monsignor Nunzio Galantino, durante la trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata. Rispondendo ad una domanda sulla presenza del capo della Gendarmeria Domenico Giani nella Repubblica Centrafricana, il presidente della Cei ha spiegato che prima di ogni viaggio del papa c'è da parte dei responsabili della sicurezza vaticana un sopralluogo per prendere contatti con le autorità locali e
pianificare gli spostamenti del pontefice.