MONDO
8 febbraio
"Accendi una luce contro la tratta", prima giornata mondiale contro la schiavitù moderna
Voluta dal Papa e promossa dalle Unioni dei Superiori e delle Superiore Generali è una giornata di riflessione e preghiera. Cade nel giorno della festa di Santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana. Ogni anno sono 2 milioni le persone vittime dalla tratta
Una giornata di riflessione e preghiera che cade il giorno della festa di Santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana poi canonizzata nel 2000.
Il Papa: "schiavitù moderna crimine di lesa umanità"
"Lo sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini e donne, bambini e bambine attualmente incatena decine di milioni di persone alla disumanità e all’umiliazione". È la Dichiarazione di Papa Francesco in occasione della firma del documento contro la tratta delle persone dei leaders religiosi avvenuta il 2 dicembre 2014. "Ogni persona e tutte le persone sono uguali e si deve riconoscere loro la stessa libertà e la stessa dignità. Qualsiasi relazione discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come me stesso costituisce un delitto, e tante volte un delitto aberrante. Per questo dichiariamo in nome di tutti e di ognuno dei nostro credo che la schiavitù moderna – in forma di tratta delle persone, lavoro forzato, prostituzione, traffico di organi – è un crimine di lesa umanità".
La storia di Santa Giuseppina Bakhita
Nata in Darfur nel 1869 a 9 anni venne rapita e fatta schiava e per tutte la vita porterà le 144 cicatrici del periodo della schiavitù. Un'esperienza talmente traumatica che si dimenticò il suo nome e furono i suoi rapitori a darle il nome di Bakhita. Nel 1882, a 13 anni, fu comprata dal Console Italiano e la sua vita inziò a cambiare fino al cambiamento radicale quando, affidata alle Suore Canossiane dell’Istituto dei Catecumeni di Venezia, si unì alle suore. Durante gli ultimi giorni di vita rivisse il terrore dalla schiavitù, "Per favore, rallentatemi le catene, sono pesanti!" ripetè spesso prima di morire nel 1947.
Bambini e donne vittime principali
Le ultime stime pubblicate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) nel 2014 affermano che nel mondo ci sono circa 21 milioni di persone in situazione di traffico di persone, soprattutto donne e bambini. Ogni anno sono tra 700mila e 2 milioni le persone vittime della tratta, la maggior parte originaria dell’Asia. Gran parte delle vittime è sfruttata sessualmente; il resto è trafficato per lo sfruttamento lavorativo, adozioni illegali di bambini, espianto di organi, matrimoni forzati, vendita di spose per corrispondenza, lavori domestici, lavori forzati (nell’edilizia, per esempio), traffico di droga e altre pratiche criminali, accattonaggio e altre forme di sfruttamento.
“Accendi una luce contro la tratta” è lo slogan di questa Prima giornata internazionale contro la tratta di persone, voluta dal Papa e promossa dalle Unioni dei Superiori e delle Superiore Generali.
Il Papa: "schiavitù moderna crimine di lesa umanità"
"Lo sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini e donne, bambini e bambine attualmente incatena decine di milioni di persone alla disumanità e all’umiliazione". È la Dichiarazione di Papa Francesco in occasione della firma del documento contro la tratta delle persone dei leaders religiosi avvenuta il 2 dicembre 2014. "Ogni persona e tutte le persone sono uguali e si deve riconoscere loro la stessa libertà e la stessa dignità. Qualsiasi relazione discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come me stesso costituisce un delitto, e tante volte un delitto aberrante. Per questo dichiariamo in nome di tutti e di ognuno dei nostro credo che la schiavitù moderna – in forma di tratta delle persone, lavoro forzato, prostituzione, traffico di organi – è un crimine di lesa umanità".
La storia di Santa Giuseppina Bakhita
Nata in Darfur nel 1869 a 9 anni venne rapita e fatta schiava e per tutte la vita porterà le 144 cicatrici del periodo della schiavitù. Un'esperienza talmente traumatica che si dimenticò il suo nome e furono i suoi rapitori a darle il nome di Bakhita. Nel 1882, a 13 anni, fu comprata dal Console Italiano e la sua vita inziò a cambiare fino al cambiamento radicale quando, affidata alle Suore Canossiane dell’Istituto dei Catecumeni di Venezia, si unì alle suore. Durante gli ultimi giorni di vita rivisse il terrore dalla schiavitù, "Per favore, rallentatemi le catene, sono pesanti!" ripetè spesso prima di morire nel 1947.
Bambini e donne vittime principali
Le ultime stime pubblicate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) nel 2014 affermano che nel mondo ci sono circa 21 milioni di persone in situazione di traffico di persone, soprattutto donne e bambini. Ogni anno sono tra 700mila e 2 milioni le persone vittime della tratta, la maggior parte originaria dell’Asia. Gran parte delle vittime è sfruttata sessualmente; il resto è trafficato per lo sfruttamento lavorativo, adozioni illegali di bambini, espianto di organi, matrimoni forzati, vendita di spose per corrispondenza, lavori domestici, lavori forzati (nell’edilizia, per esempio), traffico di droga e altre pratiche criminali, accattonaggio e altre forme di sfruttamento.