MONDO
Intervista all'Ansa
Ambasciatore russo: sconcerto per le accuse sullo Sputnik
L'intesa tra la Adienne e il RussianDirect Investment Fund (Rdif) per la produzione del vaccino Sputnik in Italia "è il risultato di negoziati diretti".
"Per quanto riguarda il ruolo dell'ambasciata, posso dire che noi, nei limiti delle nostre competenze, prestiamo il massimo sostegno allo sviluppo della collaborazione italo-russa nella battaglia contro l'infezione da coronavirus, ma non siamo coinvolti, in nessuna forma, in trattative commerciali".
"In Russia lo Sputnik V è prodotto in sei fabbriche farmaceutiche. La domanda interna del farmaco è soddisfatta completamente. Si sta organizzando la produzione in 10 siti internazionali, tra cui Bielorussia, India, Cina, Brasile e Corea del Sud. E dunque, mi pare, le previsioni cui lei accennava sono assolutamente realistiche". Lo afferma sempre l'ambasciatore russo a Roma Sergey Razov rispondendo ad una domanda dell'Ansa sul fatto che Bruxelles ritiene che la Russia non abbia neanche la capacità di produrre dosi sufficienti di Sputnik per la propria popolazione, figurarsi per quella europea. Mosca ha invece parlato della possibilità di inviare 50 milioni di dosi all'Europa da giugno.
Il fondo russo per gli investimenti diretti, "com'è noto, ha presentato, nel rispetto delle modalità previste, la richiesta di certificazione di Sputnik V all'Agenzia Europea per il farmaco. L'Ema ha annunciato l'inizio della relativa revisione clinica (rolling review) del dossier di registrazione del vaccino russo. Auspichiamo un veloce (scevro da politicizzazione ed eccessiva burocrazia) completamento di tale procedimento".
"Nove stati europei, tra i quali anche alcuni membri della Ue, hanno approvato individualmente l'utilizzo di Sputnik V, senza aspettare il completamento della registrazione del farmaco russo presso Ema. Nel complesso, il vaccino russo è stato approvato da 49 paesi con una popolazione globale superiore a 1,3 miliardi di persone", aggiunge l'ambasciatore.
"In Europa, oltre agli Stati da lei citati, si sta valutando la questione di organizzare la produzione del vaccino in Austria". Lo dice l'ambasciatore rispondendo alla domanda se oltre a Italia, Spagna, Germania e Francia ci fossero altri Paesi europei candidati alla produzione del vaccino russo.