La manifestazione nazionale #futuroallavoro
ArcelorMittal, gli operai tornano in piazza. Landini: "Riempiamo Roma"
Lavoratori da Taranto, Genova Novi Ligure e Racconigi, tutti schierati per il no agli esuberi dichiarati dalla multinazionale dell'acciaio. Ma non c'è solo Mittal. "In migliaia da tutta Italia per chiedere di rimettere al centro il lavoro" dice Re David (Fiom). Sono 160 i tavoli di crisi aperti
"Domani riempiremo Roma", ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando della manifestazione in concomitanza con lo sciopero dei lavoratori di ArcelorMittal, l'ex Ilva. "Confidiamo che ci sarà qualche migliaio di lavoratori degli stabilimenti Ilva. Una partecipazione e una determinazione molto forti", ha detto.
"Saremo in piazza a Roma per chiedere una seria politica industriale, investimenti, per aprire i cantieri - ha scritto su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan -, sostenere il Mezzogiorno. Arcelor Mittal deve rispettare i lavoratori della ex Ilva e la comunità di Taranto. Gli accordi non sono carta straccia".
Da Taranto oltre 1.000 lavoratori
Oltre 1000 lavoratori dell'ex Ilva e dell'indotto, insieme ai delegati di Fim, Fiom e Uilm, sono partiti da Taranto con una ventina di bus per raggiungere Roma, dove domani si terrà la manifestazione nazionale #futuroallavoro organizzata da Cgil,Cisl e Uil. Tre i punti di partenza degli autobus, breve sosta davanti alla direzione dello stabilimento ArcelorMittal prima di iniziare il viaggio per Roma. I pullman, scortati dalle forze dell'ordine, raggiungeranno Piazza Santi Apostoli, luogo in cui si terrà la manifestazione dalle 9,30 alle 12,30.
Oltre che da Taranto, a Roma anche lavoratori da Genova, Novi Ligure e Racconigi, tutti schierati per il no agli esuberi dichiarati dalla multinazionale dell'acciaio che a novembre 2018 è subentrata a Ilva in amministrazione straordinaria nella gestione del gruppo. A Taranto, tra siderurgico e imprese appaltatrici, lo sciopero è cominciato alle 23 di oggi e andrà avanti per 32 ore fino alle 7 dell'11 dicembre. Lo sciopero lungo è stato deciso dalle sigle sindacali per favorire la più ampia partecipazione e raccogliere anche l'adesione di coloro che alle 23 di stasera terminano il secondo turno in fabbrica.
Sullo sciopero nuovo duro contrasto tra Mittal e sindacati
Sullo sciopero di domani, è sorto un nuovo duro contrasto tra ArcelorMittal e sindacati con questi ultimi che contestano all'azienda l'aumento del numero delle comandate allo scopo di vanificare la partecipazione allo sciopero. Le comandate sono squadre di lavoratori che, organizzate dall'azienda col consenso dei sindacati, presidiano gli impianti, astenendosi quindi dallo sciopero, per garantirne soprattutto la sicurezza. I sindacati accusano ArcelorMittal di aver violato gli accordi in materia di comandate nel siderurgico predisponendone un numero decisamente superiore.
Prorogato l'uso dell'Altoforno 2
Parere favorevole dei pm di Taranto alla richiesta di proroga presentata dai commissari dell'Ilva in As sull'uso dell'Altoforno 2, sequestrato e dissequestrato più volte nell'inchiesta sulla morte dell'operaio Alessandro Morricella. I commissari chiedono un anno di tempo per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata. La decisione spetta al giudice Francesco Maccagnano, dinanzi al quale si svolge il processo sulla morte di Morricella, che si esprimerà tra l'11 e il 12 dicembre.
Venerdì 13, se non dovesse essere autorizzata la proroga della facoltà d'uso di Afo2, scatterebbe lo spegnimento dell'altoforno 2 perché scadono i tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni. La Procura ha dato parere favorevole alla richiesta di proroga avanzata dai commissari di Ilva in As dopo aver letto la relazione depositata dal custode giudiziario del siderurgico Barbara Valenzano.
"Il negoziato con Mittal è solo all'inizio", ha intanto detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte smentendo l'indiscrezione secondo cui Mittal sarebbe pronto a pagare 1 miliardo per uscire dalla ex Ilva. Nella trattativa con Mittal per lo stabilimento ex Ilva di Taranto, il governo propone l'ingresso "di una partecipata pubblica".
Non solo Mittal: in migliaia a Roma per rimettere al centro il lavoro
E domani parte la settimana di mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per il lavoro, con tre manifestazioni nazionali a piazza Santi Apostoli a Roma in programma per martedì 10, giovedì 12 e martedì 17 dicembre. Lo afferma la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, secondo cui "migliaia di lavoratori arriveranno da tutta Italia per chiedere alle imprese e al governo di rimettere al centro l'industria e il lavoro. Questo è un primo momento di mobilitazione che unifica e mette insieme le principali crisi dell'industria. Siamo a un passo dalla desertificazione industriale, non c'è più tempo da perdere".
160 i tavoli di crisi aperti
Sono circa 160 "i tavoli di crisi industriali aperti al ministero dello sviluppo economico. Le crisi stanno colpendo tutti i settori metalmeccanici, dall'elettrodomestico alla siderurgia, dall'automotive all'elettronica, dall'informatica fino alle istallazioni". Ex Ilva, Whirlpool, Ast di Terni, ex Alcoa, Wanbao, Jabil, Embraco, Bosch, Cnh Industrial, Blutec, Industria Italiana Autobus, Bekaert, Honeywell, Piaggio Aerospace sono solo alcune delle vertenze che saranno presenti domani a Roma."Sono necessari - aggiunge Re David - investimenti pubblici e privati per mettere in moto gli ammortizzatori sociali vecchi e nuovi, per poter affrontare la fase di transizione industriale verso nuovi modelli di sviluppo ecosostenibili, per fermare la chiusura di stabilimenti e per essere protagonisti del cambiamento, salvaguardando l'occupazione e migliorando delle condizioni di lavoro attraverso l'innovazione".