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MONDO

Il Voto a Vienna

Lo tsunami Hofer sulle Presidenziali in Austria: vince l'estrema destra, fuori partiti tradizionali

Il leader del partito della Libertà (FpOe) sfiderà il verde Van der Bellen al ballottaggio del prossimo 22 maggio. Che per la prima volta nella storia dell'Austria non vedrà nessun candidato dei Socialdemocratici e dei Popolari

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Uno tsunami politico sommerge Vienna, dove le paure innescate dalla crisi dei migranti hanno regalato un trionfo oltre ogni apsettativa ai "liberalnazionalisti" di Norbert Hofer e allo stesso tempo la debacle dei grandi partiti tradizionali, i socialisti ed i popolari.

In base alle proiezioni al ballottaggio del 22 maggio andra' il trionfatore, Norbert Hofer del Partito della Liberta' (Fpoe, la formazione fondata da Jorg Haider) che ha ottenuto il 36 dei voti, seguito dal verde Alexander van der Bellen (20%), tallonato e dalla candidata indipendente, Irmgard Griss (18,6%). Il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer ha raccimolato solo l'11,2% e cosi' anche Andreas Khol del Partito del Popolo.    

L'exploit del FpOe : "Abbiamo scritto la storia"
Per il FpOe - il partito che fu in passato dal controverso Jorg Haider, morto nel 2008 - si tratta della migliore performance di sempre. "Abbiamo scritto la storia, oggi inizia una nuova era politica", ha esultato il leader Heinz-Christian Strache. Il suo successo riflette, oltre alla disaffezione verso i partiti tradizionali, le preoccupazioni dell'elettorato per la crisi dei migranti, che bussano sempre più numerosi alle porte del Nord Europa. Non a caso Hofer, 45enne ingegnere dal volto rassicurante ma che ama andare in giro con la sua pistola, ha minacciato, da presidente, di sfiduciare il governo se non adotterà misure più restrittive sui migranti.

Il voto austriaco - salutato con gioia dall'estrema destra di tutta Europa, da Salvini a Le Pen, a Wilders - avrà un pesante riflesso nell'Ue, dove l'impalcatura della libera circolazione rischia di crollare sotto il peso dell'ondata migratoria proveniente dall'Africa e dal Medio Oriente.




La crisi del Brennero
L'Italia, più di altri, sta guardando con attenzione a ciò che avviene al di là del confine, dopo le minacce di Vienna di chiudere il Brennero. L'attuale governo austriaco, guidato dal socialista Werner Faymann, ha già indurito molto i toni nei confronti dell'immigrazione, opponendosi al paradigma dell'accoglienza illimitata. La priorità, ha spiegato il ministro degli Esteri Sebastian Kurz, è di proteggere i confini esterni dell'Ue. Se invece non si riuscirà a ridurre il numero degli irregolari dalla rotta mediterranea, allora Vienna - ha avvertito - "sarà costretta a introdurre i controlli al Brennero". Questa posizione ha provocato l'allarme dell'Italia, che ha messo in guardia dai gravi effetti economici e simbolici per l'Europa con un muro al Brennero. Da Bruxelles, allo stesso modo, sono arrivate richieste di chiarimenti a Vienna. Proprio al Brennero oggi ci sono stati momenti di tensione tra manifestanti dei centri sociali dell'Emilia Romagna e la polizia, che ha fermato (e poi rilasciato) uno degli organizzatori e ha spruzzato spray al peperoncino.

L'ingegnere con la pistola
Hofer è il candidato del Partito della Libertà Austriaco (Fpoe), la formazione fondata da Jörg Haider, governatore della Carinzia, esponente dell’estrema destra morto nel 2008 in un incidente d’auto. 45 anni, ingegnere, una moglie e quattro figli, Hofer viene descritto come “il volto rassicurante” dell’estrema destra. Nato a Pinkafeld, cittadina di 5mila 400 abitanti nella regione del Burgenland, si è laureato in ingegneria aeronautica nel 1990. E’stato fino al 1994 dirigente della compagnia aerea austriaca Lauda Air, anno in cui scende attivamente in campo politico entrando nella sezione del Fpoe del Burgenland. Per quattro anni si occupa dell’ufficio stampa del partito regionale e lavora come docente presso l’accademia del Fpoe sempre nel Burgenland. Dal 1996 al 2007 è segretario provinciale del partito, dal 2010 al 2015 assume la direzione del segretariato di controllo sociale nel governo provinciale del Burgenland. Hofer è tra gli scettici della messa al bando del nazionalsocialismo, stabilita da una legge del 1947. Non ne chiede l’abolizione, ma pone l'accento sulla questione della libertà di espressione.

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