ECONOMIA
Il 40% delle famiglie in difficoltà con affitto o mutuo
Bankitalia: giù spesa famiglie per lockdown e timori Covid
"I comportamenti di consumo continuano a risentire fortemente dell'emergenza sanitaria" dice l'indagine straordinaria sui nuclei familiari
Un calo che ha interessato in misura maggiore le regioni che al momento della rilevazione erano in zona rossa e arancione. Tuttavia, rileva l'istituto centrale, "poco meno della metà di coloro che hanno ridotto tali spese indica che la contrazione dipenda dalle minori disponibilità economiche. Tra le altre motivazioni prevale la paura del contagio, indipendentemente dalla severità dei provvedimenti restrittivi nella regione di residenza".
Poco meno di un terzo delle famiglie italiane pensa di ridurre i consumi per alimentari, abbigliamento e calzature e beni e servizi per la casa nei primi mesi del 2021; tra questi, per circa la metà la contrazione della spesa sarebbe inferiore al 20 per cento, per poco meno di un terzo sarebbe superiore al 30 per cento. Quasi la metà delle famiglie che intendono comprimere tali spese dichiara di voler acquistare beni di qualità inferiore; i tre quarti pensano di modificarne la quantità. Le aspettative di flessione dei consumi interesserebbero soprattutto i nuclei che al momento dell'intervista risiedevano nelle regioni rosse e arancioni e anche poco più di un quarto di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021".
Il 40% delle famiglie in difficoltà con affitto o mutuo
A causa della pandemia "quasi il 40% degli affittuari e oltre il 30% delle famiglie indebitate hanno difficoltà nel sostenere il pagamento dell'affitto o delle rate del debito" sostiene la Banca d'Italia. Dall'inizio dell'epidemia "circa il 15% delle famiglie ha richiesto o ha preso in considerazione la possibilità di chiedere un prestito a una banca o a una società finanziaria, indicando come motivazione principale la necessità di disporre di liquidità e di finanziare le spese correnti".
E "oltre la metà della popolazione - sottolinea Palazzo Koch - vive in famiglie che dichiarano di non disporre di risorse finanziarie sufficienti a mantenere uno standard minimo di vita per almeno tre mesi in assenza di entrate, in linea con quanto rilevato in primavera. Più di un quinto degli individui si trova in questa condizione e ha contemporaneamente subito un calo del reddito familiare nel 2020".
Valutazioni più negative su prospettive generali
Secondo l'indagine "le valutazioni sulle prospettive generali dell'Italia sono divenute nel complesso più negative rispetto alla rilevazione estiva, ma si sono mantenute meno pessimistiche di quelle formulate tra la fine di aprile e l'inizio di maggio, periodo fortemente segnato dal primo lockdown": dal campione "la percentuale di famiglie che si attende un netto peggioramento della situazione economica generale nei successivi dodici mesi è aumentata di 9 puntipercentuali, a fronte di una riduzionedella quota che ne prefigura una stabilità". Più di un terzo delle famiglie si aspetta un nettopeggioramento delle condizioni del mercato del lavoro in Italianei successivi 12 mesi; le prospettive sono più negative per ilavoratori autonomi e i disoccupati. Oltre un quinto deicapifamiglia con contratto a termine e un decimo degli autonomiritiene che la probabilità di perdere il lavoro nei successividodici mesi sia superiore al 50 per cento; tra i disoccupati,solo poco più del 10 per cento si aspetta che ci sia unaprobabilità superiore al 75 per cento di trovare un nuovo lavoronell'arco di un anno". "La pandemia - rileva la Banca d'Italia - ha colpitomaggiormente le famiglie dei lavoratori autonomi e deidisoccupati: oltre la metà ha riferito una diminuzione delleentrate nel corso del 2020".