MONDO
Unità di Crisi al lavoro
Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri in Camerun per evangelizzare consci dei pericoli
La Farnesina ha reso nota l'identità dei due sacerdoti rapiti in Camerun da un gruppo di uomini armati. Il ministero degli Esteri chiede il massimo riserbo per favorire una rapida soluzione della vicenda. Uno dei due aveva evidenziato i pericoli della zona
Allegri, poco prima di partire per l'Africa, nel dicembre scorso, aveva rilasciato un'intervista sul sito della sua diocesi. "Da sempre sostengo l'importanza della rotazione dei preti nelle parrocchie e in missione - diceva Allegri -; al tempo stesso ho confermato al vescovo la disponibilità a ripartire, qualora necessario. La nostra Diocesi ha deciso di mantenere l'impegno di evangelizzazione nelle diverse missioni in Africa ed in America Latina: una scelta vitale per la nostra Chiesa che non deve darsi confini nemmeno quando c'è scarsità di vocazioni. In questo momento non c'erano confratelli pronti, che avessero, cioè, compiuto il percorso di preparazione che comporta almeno un anno di formazione, così il Vescovo Beniamino ha ritenuto di chiedere il mio impegno".
E proprio Allegri, in una lettera dello scorso 12 marzo, aveva sottolineato i problemi legati alla sicurezza. "La situazione di insicurezza del territorio non è cambiata: anche se esteriormente qui non si notano particolari allarmanti, è palpabile nel nostro sentire e nelle nostre conversazioni". E' quanto scriveva il 12 marzo don Allegri. "Sappiamo - continua il religioso - che al confine con la Nigeria le forze dell'ordine e l'esercito sono impegnati ad assicurare che non ci siano infiltrazioni e il Governatore della regione ha chiesto che se gli europei presenti qui per vari motivi, si spostano in gruppo, devono farsi scortare dalla polizia. Comunque state tranquilli, noi siamo sereni e confidiamo in quel Padre che annunciamo, misericordioso e grande nell'amore".