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ITALIA

Inchiesta procure

Caos, procure, il procuratore generale della Cassazione Fuzio: "Andrò oggi al Quirinale"

Il Pg della Cassazione nell'occhio del ciclone per un incontro con l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara in cui gli avrebbe rivelato dettagli sull'inchiesta a suo carico in corso a Perugia per corruzione avrebbe chiesto un incontro al Capo dello Stato e in quella sede potrebbe annunciare le dimissioni

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Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha preso parte stamane al Comitato di presidenza del Csm, l'organo di vertice di Palazzo dei marescialli. Secondo quanto si è appreso Fuzio non avrebbe ancora fissato un incontro con il presidente Mattarella che, così come riferito da diversi organi di stampa, potrebbe avvenire tra oggi e domani.

La posizione si fa più difficile
Si fa più difficile la posizione del Pg della Cassazione nell'occhio del ciclone per un incontro con l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara in cui gli avrebbe rivelato dettagli sull'inchiesta a suo carico in corso a Perugia per corruzione. Dopo l'Anm, anche Unità per la Costituzione, la corrente di centro della magistratura di cui è un autorevole esponente, chiede che si dimetta. Un pressing che unito al rischio di un'azione disciplinare da parte del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ,alla fine potrebbe spingere Fuzio a un passo indietro. 

Per ora l'unica cosa certa è che il Pg - che ieri ha disertato il plenum del Csm- ha chiesto un incontro al capo dello Stato, che è il presidente di Palazzo dei marescialli, di cui lui è uno dei componenti di diritto. "Chiederà a Mattarella cosa deve fare" racconta uno degli amici con cui l'alto magistrato si è confidato. Il colloquio al Quirinale potrebbe avvenire in tempi strettissimi, tra oggi e domani.


Sono giorni di grande travaglio per Fuzio, legato a Palamara da un rapporto di amicizia e dalla comune militanza in Unicost; una vicinanza che non gli ha comunque impedito di chiedere la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio del pm romano, di cui la Sezione disciplinare del Csm tornerà a occuparsi il 9 luglio prossimo.

"Palamara sapeva già tutto, non gli ho rivelato niente. E i giornali mettono insieme brandelli di conversazione pronunciate in un contesto molto più ampio" si è sfogato il Pg con chi gli è vicino. Ma il clima attorno a lui si sta facendo più pesante. Tra i consiglieri togati del Csm c'è sconcerto: non solo per le frasi captate con il trojan inserito nel cellulare di Palamara, ma anche per "l'ingenuità" del Pg di accettare di incontrare un indagato; e per la scelta di non spiegare tutto, quando sono emerse le prime indiscrezioni sulle intercettazioni che lo chiamavano in causa. Un quadro che potrebbe avere inciso nella scelta di Fuzio di non partecipare alla seduta del plenum.

Se alla fine il Pg decidesse effettivamente di fare un passo indietro, anticipando di un anno il suo pensionamento, per il Csm - già falcidiato dalle dimissioni di 4 consiglieri (2 dei quali  sostituiti) e un quinto ancora autosospeso- potrebbe riproporsi lo spettro di uno scioglimento prima della scadenza naturale. Anche perchè il ciclone che ha investito Palazzo dei marescialli sta rendendo complicato il suo funzionamento.

Come dimostra la vicenda del procedimento disciplinare a Palamara. Il vice presidente del Csm David Ermini ha formato il collegio che dovrà occuparsi della ricusazione di due giudici disciplinari, ma uno dei magistrati indicati, il togato di Area Giuseppe Cascini (l'altra è Loredana Miccichè di Magistratura Indipendente), ha ribadito la sua intenzione di astenersi. A questo punto per la ripresa del procedimento disciplinare toccherebbe aspettare ottobre, cioè lo svolgimento delle elezioni suppletive per sostituire i due consiglieri eletti nella quota destinata ai pm che si sono dimessi. A meno che, facendo leva su una sentenza della Corte costituzionale, Ermini decidesse di attingere per il solo giudizio sulla ricusazione a giudici disciplinari fuori dal bacino dei pm. Mentre sui giornali finiscono altri brandelli di intercettazioni, come il giudizio negativo di Palamara sull'ex procuratore di Roma Pignatone ("aveva l'idea di stabilire lui le successioni...manco Giulio Cesare"), il presidente dell'Anm Luca Poniz parla della necessità di voltare pagina rispetto a una "orrenda vicenda". E replica al ministro Salvini: non abbiamo perso credibilità. 

Ex presidente ANM Albamonte: "Faccia un passo indietro"
"Componenti del Csm che sono fortemente intaccati da una immagine che stride con il loro ruolo all'interno del Consiglio, è evidente che non possono svolgere quella funzione in modo credibile. E così un Procuratore Generale che deve esercitare l'azione disciplinare non può essere colpito anche solo dal sospetto, anche solo da una aurea di incertezza circa la sua affidabilità". Lo ha detto l'ex presidente dell'Anm Eugenio Albamonte intervistato da Rainews 24 a proposito del Pg della Cassazione Riccardo Fuzio e dei consiglieri del Csm (di cui 4 si sono dimessi) finiti nelle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia a carico del pm romano Luca Palamara.

"In tutta questa vicenda - ha sottolineato Albamonte-  la posizione della magistratura tutta e dell'Anm è stata chiara: coloro che sono coinvolti in queste vicende, al di là se poi saranno accertate responsabilità penali o disciplinari, facciano un passo indietro dando un segnale che consenta di recuperare credibilità davanti ai cittadini"

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