Il caso migranti
Caso Diciotti, in giunta la memoria di Salvini: "Ho agito nell'interesse Italia, non chiedo aiutini"
"La politica deve decidere se ho agito nell'interesse del mio paese - ha detto il ministro a Radio anch'io su Radio1. "Lascio che tutti leggano le carte, non chiedo favori o aiutini a nessuno, ognuno votera' secondo coscienza". Come ampiamente previsto, il testo è stato corredato anche da due documenti firmati rispettivamente uno dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e l'altro dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro dei trasporti, Danilo Toninelli
Arriva oggi sul tavolo della Giunta per le immunità del Senato la memoria scritta di Matteo Salvini contro la richiesta di autorizzazione a precedere per il caso Diciotti inviata dal Tribunale dei ministri di Catania. 'Ogni azione del titolare del Viminale ha avuto esclusivamente una finalità di pubblico interesse', scrive il ministro, che rivendica la coerenza anche con il 'contratto di governo', garantendo l'ordine e la sicurezza pubblica 'messi a repentaglio da un indiscriminato accesso nel territorio dello Stato'. Allegati alle memoria di Salvini, anche documenti firmati dal premier Conte e dai ministri Di Maio e Toninelli.
Il ministro a Radio Anch'io su Radio1: "Non chiedo aiutini"
Sulla vicenda Diciotti "non chiedo favori o aiutini a nessuno, ognuno votera' secondo coscienza". Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio Anch'io. "La politica deve decidere se ho agito nell'interesse del mio paese - ha detto il ministro - lascio che tutti leggano le carte, non chiedo favori o aiutini a nessuno, ognuno votera' secondo coscienza. Il Senato dovra' dire se quello di Salvini e' stato un atto nell'interesse della sicurezza italiana per smuovere la comunita' internazionale, per difendere la patria come prevede la costituzione".
#Diciotti lascio che tutti leggano carte, non chiedo favori e lascio che ognuno voti con coscienza. Senato dirà se quello è stato atto nell’interesse #sicurezza Italiana per smuovere comunità internazionale e per difendere come prevede Costituzione. @matteosalvinimi #Radioanchio
— Radio Anch'io (@radioanchio) 7 febbraio 2019
La memoria depositata
Sul caso Diciotti il ministro dell'Interno ha agito nell'esclusivo interesse dell'ordine pubblico, dopo una decisione presa collegialmente con l'esecutivo e come sancito nel contratto di governo. Matteo Salvini ha depositato la sua memoria difensiva nelle mani del presidente della Giunta per le Immunità del Senato, Maurizio Gasparri, rispettando i termini previsti dal regolamento. Si tratta di un documento esclusivamente tecnico e non "politico perché tale è il giudizio che la Giunta deve dare sul caso Diciotti".
A corredo due documenti di Conte e Di Maio
Come ampiamente previsto, il testo è stato corredato anche da due documenti firmati rispettivamente uno dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e l'altro dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro dei trasporti, Danilo Toninelli. Solo alcuni estratti della memoria sono stati resi noti, nel rispetto dei commissari della Giunta
L'organismo parlamentare si riunisce stamattina nella sede di San'Ivo alla Sapienza. La memoria del titolare del Viminale non entra nel merito della sussistenza o meno del reato di sequestro e soprattutto, si precisa, non contiene attacchi di sorta ai giudici, come anticipato da alcuni organi di stampa. Il documento ripercorre i momenti salienti dell'arrivo dei migranti da Malta in Italia e porta al cuore della difesa di Salvini: la vicenda Diciotti è stata condotta con un'unica finalità, quella di preservare il " pubblico interesse" del Paese.
Inoltre, l'intera vicenda Diciotti deve essere ascritta a iniziativa del Governo, coerente con la politica dello Stato sui flussi migratori, peraltro messa nera su bianco nel contratto che Lega è M5S hanno sottoscritto prima di salire a palazzo Chigi. È chiaro che il titolare dell'Interno punta anche il dito contro Malta che ha dirottato la Diciotti in acque italiane, costringendo la guardia costiera a far fronte alle omissioni del governo della Valletta.
"Non può infine sottacersi - si legge nelle conclusioni della memoria - che l'azione attuativa dell'indirizzo governativo (risultante nel caso di specie dal punto 13 del Programma di Governo) già di per sé stessa costituisce perseguimento di un preminente interesse pubblico, peraltro rappresentato anche dalla salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica che sarebbero messe a repentaglio da un indiscriminato accesso nel territorio dello Stato". Concetti, si sottolinea, esposti già da Conte nella sua informativa in Parlamento del 12 settembre 2018.