L'autorizzazione a procedere
Diciotti, Salvini cambia idea: "No al processo". M5S si divide, Di Maio convoca i senatori
Voto giunta atteso fra 15 giorni. Il tribunale dei Ministri, intanto: nessuno parlò di persone pericolose a bordo della nave. Conte: "Sulla vicenda Diciotti assumo piena responsabilità politica"
Matteo Salvini ci ripensa: "Il processo non si deve fare" e la base M5S si divide sul voto in giunta per le autorizzazioni al Senato, che potrebbe mandare il ministro dell'Interno davanti ai giudici per il caso Diciotti, dopo la richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di procedere nei suoi confronti per sequestro di persona. Sui social network, buona parte dei sostenitori pentastellati è convinto che non si debba rinnegare il credo del Movimento proprio ora che è al governo, di fatto negando ai magistrati di fare il proprio dovere. C'è anche una frangia di fedeli all'accordo con la Lega, che preferirebbe invece 'salvare' il ministro dell'Interno e far proseguire in tranquillità l'avventura dell'esecutivo.
Le due scuole di pensiero sembrano quasi bilanciarsi sul web, rispecchiando quello che all'esterno appare essere il sentimento predonominante tra i vertici e i parlamentari Cinquestelle: l'incertezza. Votando sì alla richiesta dei giudici del Tribunale dei ministri, si incrinerebbe (forse irrimediabilmente) il rapporto con il Carroccio. Votando no, invece, è possibile che a rompersi sia l'idillio del M5S con una parte di elettorato.
La scelta è tutta sulle spalle del capo politico, Luigi Di Maio.
Il Movimento studia la linea
Stasera Di Maio vedrà i componenti pentastellati della Giunta per le immunità del Senato. Un vertice convocato alla luce del cambio di posizione del leader della Lega, che oggi, con una lettera al Corriere della Sera, ha affermato che il processo non si deve celebrare.
Domani, intanto, la Giunta del Senato inizierà a esaminare il caso. Il presidente Maurizio Gasparri terrà la sua relazione e i commissari, che hanno trenta giorni di tempo per decidere se accogliere o respingere la domanda dei giudici, voteranno con ogni probabilità - secondo quanto viene riferito - il loro parere nel giro di un paio di settimane.
La decisione è appunto delicata. All'interno del Movimento, da sempre contrario ai privilegi della 'casta', c'è chi si interroga: il caso di Salvini è completamente diverso dalle altre volte in cui la Giunta si è dovuta esprimere di fronte a contestazioni di reati 'personali', commessi da singoli senatori. La linea sui migranti, viene poi osservato nei corridoi di Montecitorio, "l'abbiamo invece decisa anche noi" e votare a favore dell'autorizzazione sarebbe una contraddizione. E c'è chi va oltre: di fronte alla richiesta della magistratura tutta la maggioranza dovrebbe auto-denunciarsi. Altri, infine, sostengono che anche in questa occasione non si può derogare ai propri principi.
Conte: me ne assumo piena responsabilità politica
Sulla vicenda Diciotti è stata seguita la linea politica del governo, quindi "mi assumo lapiena responsabilità politica di quello che è stato fatto. Nonsarò certo io a suggerire ai senatori cosa votare, saranno isenatori che giudicheranno la linea politica del governo". Così il premier Giuseppe Conte, aggiungendo che se avesse ritenuto illegittima la linea seguita "sarei intervenuto".
Il tribunale dei Ministri: nessuno parlò di persone pericolose
"Nessuno dei soggetti ascoltati da questo Tribunale ha riferito (come avvenuto invece per altri sbarchi) di informazioni sulla possibile presenza, tra i soggetti soccorsi, di 'persone pericolose' per la sicurezza e l'ordine pubblico nazionale". E' quanto si legge nella relazione che il tribunale di Catania, sezione reati ministeriali, ha inviato al Senato per valutare eventuali responsabilità del ministro dell'Interno Matteo Salvini sui migranti a bordo della nave. In quel passaggio il tribunale argomenta così la tesi che lo sbarco dei 177 migranti a bordo "non potesse costituire un problema cogente di ordine pubblico".
Stamattina fonti del Viminale hanno riferito che a bordo della nave della Guardia costiera, tra le 177 persone soccorse c'era la possibilità che ci fossero infiltrazioni terroristiche e/o criminali e che questa possibilità è stata riferita ai magistrati siciliani da funzionari del Viminale "anche se la ricostruzione del Tribunale dei Ministri non ne ha tenuto conto".